Addio a Rino Tommasi, gigante del giornalismo sportivo: le ore passate in sua compagnia (sua e di Gianni Clerici) sono state ore di ricchezza ricevuta in dono a piene mani

Telecronache di tennis (ma anche di pugilato) che rasentavano la perfezione per competenza, tensione, timbro di voce, raffinatezza e simpatia: leggendarie già allora e purtroppo uniche e inimitabili

Ci sono italiani che hanno trascorso più ore in compagnia di Rino Tommasi che dei propri parenti: e se con i parenti spesso non vedi l’ora che la rimpatriata finisca, con Rino Tommasi, che ieri a 90 anni ci ha lasciato al termine di una vita e di una carriera professionale invidiabili, non è mai stato così. Con Rino Tommasi, a dispetto del rispetto e della soggezione che il suo aspetto e la sua voce ispiravano, gli italiani si trovavano bene, erano come a casa, non si annoiavano e benedicevano di stare in sua compagnia anche se la compagnia era per forza di cose particolare: a parlare era soltanto lui, magari in coppia con Gianni Clerici se le telecronache cui gli italiani stavano assistendo erano telecronache di tennis, e chi li ascoltava non poteva fare altro che stare a sentire. In realtà non chiedendo di meglio: Rino Tommasi era, ma lo era davvero, un gigante del giornalismo sportivo e le sue telecronache, di pugilato o di tennis (ma lo sarebbero state di qualsiasi sport, a cominciare dall’atletica che per motivi familiari conosceva alla perfezione), erano già diventate leggendarie quando Rino era a metà della propria vita (e della propria carriera) rasentando la perfezione in quanto a competenza, perchè la competenza per Rino veniva prima di tutto, e in quanto a tensione, timbro di voce, uso del vocabolario e - alzi la mano chi non è d’accordo - anche per brillantezza e simpatia. Che si sprigionavano irrefrenabili, appunto, in particolare nelle telecronache a due voci con Gianni Clerici - altra divinità caduta in terra, fuoriclasse assoluto sia come giornalista che come scrittore - nel tennis, telecronache che fin dagli esordi furono marchiate dal sigillo dell’unicità e dell’inimitabilità.