Addio a Schnellinger che ci fece piangere al 90' di Italia-Germania: "Quel gol? Lo segnai solo per paura di prendere qualche sputo"

"Gli spogliatoi erano dietro la porta dell'Italia: perdevamo, vidi sul tabellone che era il 90' e decisi di avvicinarmi per evitare reazioni dei tifosi tedeschi; poi arrivò quel pallone e feci gol"

Sono stato per tanti anni compagno di lavoro a Mediaset di Birgit Schnellinger, che è la figlia di Karl Heinz Schnellinger, il difensore tedesco che nei nove anni trascorsi al Milan tra il 1965 e il 1974 vinse praticamente tutto: uno scudetto, una Coppa dei Campioni (nel 1969 contro l’Ajax del giovane Cruijff battuto 4-1 con tripletta di Prati e gigantesca partita di Rivera, che non per niente vincerà quell’anno il Pallone d’Oro), una Coppa Intercontinentale, due Coppe delle Coppe, tre Coppe Italia. Schnellinger, che all’età di 85 anni è morto ieri all’ospedale San Raffaele dopo una lunga malattia, nelle formazioni-cantilena che nel calcio di allora venivano recitate a memoria, era la terza nota (e la prima pausa) della cantilena rossonera, un po’ come Facchetti lo era di quella nerazzurra (Sarti, Burgnich, Facchetti). Alzi la mano l’appassionato di calcio di allora, anche ragazzino com’ero io, non necessariamente tifoso del Milan che non abbia recitato almeno una volta la preghiera - perchè le formazioni di calcio erano davvero, allora, preghiere: sacre, immutabili, quasi scolpite nella pietra -, una cantilena che diceva: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger; Rosato, Malatrasi, Trapattoni; Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati. Allenatore: Rocco.