Allegri: "Torno alla Juve per vincere. Squadra fortissima, segneremo una montagna di gol"
Il comandante Max che oggi parla di 4° posto come di "risultato straordinario" e di Inter, Napoli e Milan inavvicinabili, due estati fa aveva detto cose diverse: qui il resoconto stenografico testuale
Correva l’anno 2021, era il 27 luglio e Massimiliano Allegri - che due anni prima la Juventus aveva messo alla porta ritenendolo responsabile dell’ingloriosa eliminazione dalla Champions, per mano dei ragazzini dell’Ajax, nel primo anno del Ronaldo bianconero -, veniva presentato con tutti gli onori nella sala stampa dell’Allianz Stadium come nuovo (si fa per dire) allenatore della Juventus. Al suo fianco sedeva Andrea Agnelli cui Allegri, nel corso di ripetuti incontri - nemmeno tanto segreti - aveva fatto credere durante la stagione del Covid che il solo, vero, inimitabile genio della lampada delle panchine era lui; e che il povero Pirlo, scelto da Agnelli per far dimenticare l’ineleganza e la rozzezza di Sarri, era un bravo ragazzo, sì, ma un debuttante allo sbaraglio; aveva sì vinto la Coppa Italia e la Supercoppa, ma in Serie A era finito quarto per grazia ricevuta interrompendo una serie di 9 scudetti consecutivi alla cui realizzazione lui, il comandante Max, più di tutti aveva contribuito.
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