Avete presente quei giocatori ai quali tutti, non solo i tifosi, vogliono bene? Come Igor Protti: lo Zar di Livorno che in questi giorni ha annunciato di essere malato. E noi siamo tutti con lui
Unico giocatore con Hubner ad essere stato capocannoniere in Serie A, B e C ai tempi di Bari e Livorno, dotato di classe e fiuto del gol unici, ha vissuto il suo massimo splendore tra i 32 e i 37 anni
Ci sono giocatori che nonostante non abbiano mai giocato in club di alto livello e abbiano anzi trascorso gran parte della loro carriera su e giù tra Serie C, Serie B e Serie A, nell’immaginario popolare sono vissuti come autentici eroi e sono diventati veri e propri idoli cult uniti da un comune denominatore: quello di essere personaggi amati in modo trasversale da tutte le tifoserie di ogni angolo d’Italia e non solo da quelle dei club in cui hanno militato. Difficile trovare uno sportivo che anche a distanza di anni non continui ad amare, per fare un esempio, Dario Hubner, il popolare Tatanka che nel 2002 con la maglia del Piacenza vinse la classifica dei cannonieri in Serie A a pari merito con Trezeguet; e lo stesso discorso, fatti i doverosi distinguo per il diverso livello di classe che li ha contraddistinti, vale per Di Natale e Luiso, Pellissier e Zampagna, Riganò e Calaiò, Schwoch e Tavano, Tovalieri e Maniero e altri ancora.
Di sicuro, nell’Olimpo di questa particolare categoria di beniamini amati in modo trasversale dall’Italia intera, dal Trentino alla Sicilia, dalla Valle d’Aosta alla Puglia, un posto sul podio spetta di diritto a Igor Protti, il centravanti di Rimini che proprio con Tatanka Hubner condivide un record unico: essere stato capocannoniere in tutte e tre le più alte categorie del calcio italiano, in Serie C e in Serie B con la maglia del Livorno e in Serie A con la maglia del Bari (24 gol ex aequo con Signori della Lazio nel 1996). Addirittura, a differenza di Hubner che in Serie A si laureò capocannoniere in un Piacenza, quello allenato da Novellino, che nella stagione 2001-02 si classificò dodicesimo, Protti compì la stessa impresa in una squadra, il Bari di Materazzi prima e di Fascetti poi, che al termine di quella stagione (1995-96) non ce la fece a salvarsi e retrocesse in Serie B.
Acquistato dal Messina nell’estate del 92, nelle quattro stagioni trascorse a Bari Protti divenne il Re (a Livorno sarebbe stato lo Zar); e in particolare con Tovalieri diede vita a una coppia d’attacco formidabile. Come i meno giovani ricorderanno, era quello il Bari che festeggiava ogni gol segnato con un’esultanza a dir poco naïf, quella del trenino dei giocatori agganciati l’uno all’altro come tanti vagoni trainati dalla locomotiva (il goleador).
Pur facendo parte di una squadra che a fine stagione era retrocessa in B, Protti arrivò a un passo dal partecipare agli Europei del 96 in Inghilterra: Sacchi lo tenne a lungo in ballottaggio ma alla fine preferì puntare su Enrico Chiesa. Fu a un passo anche dal fare il grande salto e trasferirsi all’Inter, Igor: al contratto, pronto, mancava solo la firma ma Moratti non riuscì a cedere Zamorano e negli ultimi giorni di mercato Protti passò alla Lazio; e poi dalla Lazio al Napoli in una stagione buia conclusasi con la retrocessione in Serie B con quattro allenatori cambiati (Mutti, Mazzone, Galeone, Montefusco) nel corso della quale ebbe però l’onore e l’onere di vestire la maglia numero 10 di Maradona prima che il club nel Duemila decidesse di ritirarla. Igor fu l’ultimo dei privilegiati.
Incredibilmente, proprio negli anni finali della sua carriera trascorsi a Livorno, dove Igor aveva già mosso i primi passi da professionista dopo il debutto nel Rimini, la squadra della sua città, Protti va incontro alla sua vera apoteosi. Tornato in Toscana a 32 anni, Igor vince infatti per due volte la classifica dei cannonieri con 20 e 27 gol riportando al secondo tentativo il Livorno in Serie B; dove nel 2002-03, a trentacinque anni suonati, si ripete e conquista un’altra volta il titolo di miglior cannoniere del campionato con 23 reti.
Igor ha l’impressione che più di così, vista l’età, non potrebbe fare: e a fine stagione annuncia il suo ritiro dal calcio. Inizia allora una processione ininterrotta di compagni di squadra, dirigenti e tifosi per convincere lo Zar a tornare sui suoi passi: e alla fine Protti cede. Nell’estate 2003, a 36 anni, Igor si ripresenta al via del suo ventunesimo ritiro precampionato. Gli anni sono tanti e la stagione si annuncia massacrante: l’esplosione del “caso Catania” ha sconvolto i campionati e la Serie B prende il via con qualcosa come 24 club iscritti. Ebbene, che ci crediate o no con 36 primavere sulle spalle Igor Protti prenderà parte a tutte e 46 le partite in calendario, unico tra i giocatori del Livorno, e i suoi 24 gol uniti ai 29 di Cristiano Lucarelli permetteranno al Livorno di Mazzarri di conquistare una storica promozione in Serie A più di mezzo secolo dopo l’ultima volta. Serie A in cui Protti a 37 anni concluderà la sua carriera senza dimenticarsi di mettere la firma ad altri 6 gol, l’ultimo realizzato in Livorno-Juventus 2-2. Il 21 dicembre 2005 il club amaranto decide in suo onore di ritirare la maglia numero 10 e nell’occasione il presidente Spinelli gli consegna la maglia con la scritta “Protti 10 Per sempre”.
Perchè, vi starete chiedendo, vi sto parlando di lui? Vi ho parlato di lui perchè Igor Protti, che da calciatore è stato anche testimonial Unicef e che nel dopo calcio si è speso in tutta una serie di iniziative a scopo benefico che lo hanno visto tra le altre cose recitare al teatro “I 4 mori” e al teatro “Carlo Goldoni” di Livorno, proprio in questi giorni ha annunciato con un messaggio su Instagram di essere impegnato in un’inattesa e dura battaglia contro un tumore che lo ha aggredito: in questo modo toccando il cuore di tutti gli appassionati di calcio e di tutti gli sportivi italiani. E dunque, poichè Igor Protti nel mio cuore c’è da molto tempo e penso anche nel vostro, con questo mio pensiero vorrei che gli arrivasse anche il mio e il vostro affettuoso abbraccio. Siamo così tanti che nemmeno il trenino di Bari basterebbe a ospitarci tutti.
https://www.repubblica.it/sport/calcio/2025/07/13/video/il_videomessaggio_di_igor_protti_sulla_malattia_grazie_dellaffetto_continuo_la_mia_lotta-424728627/
Amavo visceralmente Hubner, un esempio straordinario di passione, professionalità e talento, per me sul gradino più alto del podio. Ma sì, senza ombra di dubbio IgoL Protti è sul podio.
La notizia della sua malattia mi rattrista, augurissimi.
Se è così amato, e sta' ricevendo così tanto affetto, è semplicemente perché viene da quella vecchia scuola che formava giocatori che prima di tutto erano uomini con sani principi. Una vera e propria rarità al giorno d'oggi...
Forza Zar! ❤️🙏