Avviso al Napoli. Sta per arrivare un allenatore che di sè disse: "Devono ritirarmi il patentino, sono un coglione"
Parole di Antonio Conte che nel settembre 2012 (allenava la Juventus) venne interrogato sulle partite vendute dal suo Bari in Serie B. Ebbe 30 giocatori squalificati ma lui non si accorse mai di nulla
Mentre la telenovela sul possibile arrivo di Conte alla corte di De Laurentiis tiene banco e avvince tutta l’Italia del pallone e in particolare Napoli, e mentre a impressionare sono alcuni particolari, come l’ingaggio stellare (8 milioni netti) chiesto dal tecnico leccese e il sorprendente oblio caduto - all’ombra del Vesuvio - su alcune frasi poco rispettose di Napoli pronunciate qualche anno fa da Conte in divisa Juventus, mentre tutto ciò accade, su un fatto sembrano tutti essere d’accordo: l’incontestabile bravura professionale di Antonio Conte. Gli scudetti alla Juventus, il titolo al Chelsea, l’ottimo Europeo condotto alla guida della nazionale, lo scudetto all’Inter. Che allenatore! E soprattutto che condottiero! Già. Eppure ci fu qualcuno anni fa che sul suo conto si permise di esprimere perplessità e riserve molto pesanti giungendo persino a metterne in dubbio la statura e lo spessore professionale fino ad arrivare a definirlo “un coglione”. E sapete chi fu dire che Antonio Conte era “un coglione”? Fu Antonio Conte. E mica al bar scherzando con gli amici o in tivù a Striscia la Notizia: no, lo disse seriamente, anzi drammaticamente nell’interrogatorio sul calcioscommesse reso a Monopoli davanti al procuratore Laudati, interrogatorio che si concluse con la sua testuale frase: “Questo è un dato di fatto! Io oggi me ne esco da qui con questa cosa, che sono un coglione”.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a PALLA AVVELENATA di Paolo Ziliani per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.