Azzi amari per i clienti DAZN! Abbonamenti troppo cari? Il Ceo tranquillizza tutti: "In Grecia costano di più"
L'ha detto davvero (!) in un'intervista a Forbes già entrata nell'Olimpo delle Supercazzole: tra "stadi virtuali" e "partite da vivere e non solo da vedere", una montagna di fuffa un tanto al chilo
Se a voi amanti del calcio può servire da consolazione, sì, oggi sono Azzi vostri; ma da domani saranno Azzi (amari) per DAZN e la Lega Serie A che stanno allegramente brindando e danzando allo stordente suono dell’orchestra del Titanic. Direte: come mai questo modo sboccato di cominciare un articolo? Ma avete frainteso: nessuna trivialità, nessuna scurrilità. Perchè Azzi, con la A maiuscola, non è quel che pensate: è solo il nome proprio di una persona, l’illustre Stefano Azzi Ceo di DAZN Italia che in questi giorni ha rilasciato un’intervista per certi aspetti memorabile alla rivista Forbes. Oddìo, definirla intervista è troppo: diciamo che Azzi ha rilasciato a Forbes una supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra che avrebbe mandato in visibilio lo stesso conte Lello Mascetti, massimo esperto nel genere, reso immortale da Ugo Tognazzi in “Amici miei”. Per i pochi che ancora non fossero al corrente del significato del termine “Supercazzola”, questa è la definizione che ne dà lo Zingarelli: “Parola o frase senza senso, pronunciata con serietà per sbalordire e confondere l'interlocutore”. Un totale non senso, una frase che non comunica nulla, un’accozzaglia di parole reali e fantiasiose messe assieme e pronunciate in modo fluente e forbito a una platea di astanti di cui ci si vuole prendere gioco i quali, non capendo assolutamente nulla, alla fine prendono il discorso per buono. Ecco: nella più totale mancanza di contraddittorio, questo è quel che il Ceo di DAZN Italia ha fatto rispondendo alle domande - si fa per dire - di Forbes. Qui di seguito ve ne do prova scegliendo fior da fiore.
SUPERCAZZOLA 1. “La nostra offerta diventa sempre più immersiva e innovativa grazie al nuovo studio virtuale. Le tecnologie moderne impiegate, combinando realtà virtuale e aumentata, rivoluzioneranno l’analisi, il dibattito e l’interattività del racconto delle giornate di Serie A su Dazn. L’utente verrà trasportato dal campo reale a quello virtuale, proiettandosi al centro dell’analisi della partita e diventando ancora più protagonista degli approfondimenti”. TRADUZIONE SIMULTANEA. Nel tentativo di risparmiare anche l’ultimo centesimo, DAZN non solo non offre più Europa League e Conference, non solo ha fatto sparire la Serie B, ma ha deciso di cancellare tutte le produzioni (leggi: programmi) che nei primi tre anni avevano fatto da contorno alla telecronache delle partite. Siccome dirlo era brutto, ecco l’invenzione dell’utente che “verrà trasportato dal campo reale a quello virtuale proiettandosi al centro dell’analisi della partita”. Una puttanata megagalattica: un giro di parole per non dire che dal 17 agosto faranno tutto gli inviati allo stadio che aggiungeranno due chiacchiere nel pre e due chiacchiere nel post partita, e basta spese di studi, di cameraman, di giornalisti e di talent da talk. Piccola postilla: da quest’anno solo per 5 partite ci saranno inviati; per le altre 5, vai con le telecronache da tubo che potreste fare anche voi davanti al vostro video o al vostro pc, come faranno i “tubisti” di DAZN, e magari anche meglio.
SUPERCAZZOLA 2. “Il prodotto televisivo cambia. E cambia anche il modo di investire. Le persone, oggi, vogliono vivere le partite, non solo vederle. E quando cambia il modo in cui investi, magari hai bisogno di profili diversi rispetto a prima, è una normale modifica degli assetti organizzativi. Poi è chiaro, conosciamo la grande attenzione che il calcio porta su di sé, e sappiamo che ogni mossa viene amplificata”. TRADUZIONE SIMULTANEA. Azzi dice che la persone “oggi vogliono vivere le partite e non solo vederle”: a parte la cazzata in sè, davvero sesquipedale, la verità è che oggi gli abbonati sarebbero già contenti di vederle, le partite, visto che per un anno con DAZN è stato impossibile e che i problemi tecnici continuano a far capolino, anche se in modo meno accentuato, anche adesso. Ma è con la frase “Quando cambia il modo in cui investi, magari hai bisogno di profili diversi rispetto a prima” che il Ceo di DAZN compie il capolavoro: perchè a parte un paio di volti femminili (naturalmente, tassativamente di bella presenza) entrati a far parte dell’organico, la verità è che Azzi dovrebbe parlare dei tanti professionisti che sono stati fatti sparire a cominciare dai 14 giornalisti (su 32) della redazione messi in esubero, e non solo i giornalisti. Non ne ha scritto nessuno, naturalmente: io e pochissimi altri. Ma nonostante questo Azzi si lamenta: “Sappiamo che ogni mossa viene amplificata”, dice con un pelo sullo stomaco lungo così.
SUPERCAZZOLA 3. “Prezzi? Penso sia importante fare un paragone con il costo del calcio negli altri paesi europei. Prendo sempre come esempio la Grecia, un paese in cui l’appetibilità del prodotto calcio è inferiore a quello italiano, dove la tariffa mensile è superiore ai 45 euro, nonostante un potere d’acquisto inferiore rispetto al nostro”. TRADUZIONE SIMULTANEA. Sinceramente: a voi sembra normale che per giustificare il continuo e scriteriato aumento dei prezzi che DAZN pratica in Italia, il Ceo tiri in ballo la Grecia, cioè l’ultima pietra di paragone tra le mille proponibili? Che ci azzecca la Grecia con la Serie A italiana che fino a vent’anni fa era il Paradiso in terra del calcio mondiale? Se nel più disperato dei Paesi europei strozzano la gente anche sul costo del calcio in tv, questa atrocità ti dà il diritto di dire che tu non tiri il collo agli italiani, mentre lo fai da anni e a livelli ormai non più sostenibili? Dimmi semmai che in Inghilterra il calcio in tv costa di più, e ne discutiamo: e ti dirò che magari è vero, ma in cambio alla gente viene mostrato un campionato da mille e una notte, senza il verme che avvelena il nostro da decenni, che la qualità del servizio è altissima, lo spessore degli opinionisti e dei commentatori altrettanto, l’offerta di programmi eccellente, l’obiettività di commento e l’equidistanza massime. Mentre qui è tutto uno schifo: e la gente non è stupida, e se ne accorge.
SUPERCAZZOLA 4. “Vogliamo costruire un prodotto calcio con la soddisfazione del cliente finale, quindi lavoriamo a valorizzare il prodotto, l’esperienza, il calcio giocato, gli stadi, l’interazione con i telefonini, il pc, la tv, oltre ovviamente alle attività di promozione del calcio”. TRADUZIONE SIMULTANEA. Sempre che per “cliente finale” Stefano Azzi intenda l’abbonato (ma secondo me pensa alle sue tasche), sappia che “la soddisfazione del cliente finale” sarebbe vedere una partita come Dio comanda, per esempio senza la rotellina del buffering che arriva a interromperla sul più bello, senza il commento servile riservato sempre alle squadre con lo straordinario brand da difendere (a cominciare dalla Juventus di cui DAZN è ufficialmente partner), senza i guitti che dicono bianco quand’è nero e nero quand’è bianco: insomma, una telecronaca tecnicamente e giornalisticamente impeccabile, perchè agli appassionati di calcio de “l’interazione con i telefonini, il pc, la tv e le attività di promozione del calcio” non può fregare di meno. Per capirci: grazie per il fumo, ma preferiamo l’arrosto.
SUPERCAZZOLA 5. “Poi ci sono gli hooligan digitali della pirateria, come li chiamo io, che valgono 300 milioni di perdita solo per lo sport. Il pirata digitale si muove di continuo e per bloccarlo serve sempre evolversi. La regia è della malavita organizzata, non si tratta di tifosi singoli che hanno trovato il modo di vedere lo sport senza pagare. Sono società, sono hacker, sono criminali. Manca la cultura alle persone, agli utenti finali, per dire che è illegale ed è pericoloso, che si sta danneggiando il sistema calcio”. TRADUZIONE SIMULTANEA. Siccome per i motivi sopra detti dal calcio in tv in Italia scappano tutti, DAZN (come la Lega) ne dà la colpa alla pirateria. Un’altra balla colossale. Un recente studio dell’Unione Europea ha dimostrato anzi che l’Italia è il Paese d’Europa più virtuoso, in fatto di non ricorso alla pirateria audiovideo, seconda soltanto alla Germania. Da noi il fenomeno illegale ha dimensioni irrisorie: e comunque il 50 % dei pirati ricorre al pezzotto per vedere i film, la gran parte della restante metà lo fa per vedere le serie televisive e solo una piccola fetta lo fa per seguire gli eventi sportivi (tra cui le partite di calcio). E ancora: è chiaro a tutti che il possessore-medio del “pezzotto” non è esattamente il tipo che qualora venisse colto sul fatto si precipiterebbe ad abbonarsi a DAZN. Lo farebbe forse uno su cento: e se Azzi pensa di fare cassa con i soldi degli ex pirati smascherati, come si dice in questi casi auguri e figli maschi.
SUPERCAZZOLA 6. “L’arrivo di Dazn in Italia ha contribuito in maniera decisiva all’evoluzione tecnologica del Paese”. TRADUZIONE SIMULTANEA. Non ce n’eravamo accorti.
MORALE DELLA FAVOLA. Forse DAZN e la Lega pensano di scampare al baratro che si è aperto, anzi che loro stessi hanno aperto sotto i propri piedi mandando a schiantarsi (leggi: svuotando i portafogli) dei pochi, superstiti, eroici abbonati televisivi. Ma hanno commesso un errore: non si sono accorti di aver tirato troppo la corda. E come dice quella famosa canzone: domani è un altro giorno, e lo vedranno.
chi di dovere finge o non comprende veramente cosa sta succedendo nel calcio italiano, DAZN non è solo causa dei suoi mali per progetti industriali sbagliati, è anche travolta da mali quasi endemici tipicamente italioti, a partire da due o tre società che fanno il bello e cattivo tempo da decenni a seconda delle loro convenienze anche attraverso espedienti antisportivi o peggio illeciti; una classe arbitrale a dir poco scarsa se non addirittura compromessa da orrori gestionali; una federazione nazionale governata apparentemente da incompetenti che da decenni nascondono l'immondizia sotto il tappeto/prato di gioco; i procuratori che tramano e tengono per le p.... giocatori e società calcistiche, non per ultimo parte consistente del giornalismo italiano che finge di fare informazione per non raccontare la verità su cosa accade nello sport più seguito d'Italia, il quinto settore nazionale per business economico, ma carico di debiti al limite del soffocamento.
SUPERCAZZOLA 6. “L’arrivo di Dazn in Italia ha contribuito in maniera decisiva all’evoluzione tecnologica del Paese”. TRADUZIONE SIMULTANEA. Non ce n’eravamo accorti.
...questa è la più grande di tutte e parlo a ragione perché c'ho lavorato sopra in quella maledetta estate del 2021, anno di inizio della saga DAZN! Lavorando nel mondo delle TLC ed avendo come cliente principale TIM, ad aprile di quell'anno è partita una campagna di rafforzamento della loro rete, tale da farci vivere in apnea fino a metà agosto. Chi ne ha beneficiato? Sky, NowTv, Prime Video, etc...tutti i broadcaster tranne DAZN, diventata famosa per la loro rotella! Si è creata una autostrada a 4 corsie dove l'unico mezzo che non riusciva a percorrerlo, era l'auto DAZN che si fermava ogni 2 x 3!! Last but not least, grazie agli scienziati della Lega A, ne TIM ne DAZN, avevano pensato alle famose aree bianche dove non arriva neanche l'ADSL. Risultato? Obbligo di apertura canali sul digitale terrestre che alla fine è risultata anche la scappatoia anche a chi bloccato dalla famosa rotella...
Meritiamo l'estinzione!!