"Con troppi giocatori giovani non si vince". Era il manifesto di Marotta ai tempi della Juventus e tale è rimasto. Le convinzioni di un dirigente antiquato che l'Inter sta pagando a caro prezzo
Il più giovane interista in campo a Monaco era Bastoni (26 anni); il PSG ne aveva 6 più giovani più due coetanei: e ha travolto l'Inter. Chi oggi incolpa Inzaghi è fuori strada, la colpa è di Marotta
Così come ho sempre pensato e scritto che la colpa dell’ultima fallimentare stagione della Juventus non era di Motta ma di Giuntoli (che infatti a campionato concluso è stato messo alla porta: aveva sbagliato tutto, scelta di Motta compresa), allo stesso modo scrivo oggi, in pieno “dagli all’untore” urlato a reti unificate dai mezzi d’informazione all’indirizzo di Simone Inzaghi, che la colpa del massacro di Monaco, il rovinoso 5-0 subìto dall’Inter nella finale di Champions contro il PSG, e più in generale la responsabilità del crollo avuto dall’Inter nel finale di stagione su ogni tavolo in cui era impegnata, Coppa Italia, campionato e Champions, non è di Inzaghi ma di Marotta. Il presidente nonché Ad nonché deus ex machina dell’Inter nei confronti del quale vige, nei media italioti, un diffuso, generalizzato e all’apparenza inspiegabile senso di deferenza che rende impossibile rivolgere al suo indirizzo non dico una critica, ma anche solo un appunto. Si rischia il vilipendio. Quel che accadeva quando Marotta lavorava alla Juventus, allo stesso modo accade oggi all’Inter. Avanzare critiche al suo operato è vietato. È tabù. E non si tratta, almeno credo, di una censura praticata dal dirigente verso media allineati (anche se le intercettazioni ai tempi dell’inchiesta Alto Piemonte sui rapporti della Juventus con la Ndrangheta in Curva mostravano l’esatto contrario: come raccontai sul Fatto Quotidiano Marotta riusciva addirittura a ottenere che la Gazzetta sfumasse tono e titoli e rimpicciolisse gli articoli che lo riguardavano, e lo stesso pretendeva per “Repubblica” che appartenendo al Gruppo Gedi definiva un “nostro” giornale): parlo di autocensura. Sono i giornali e i giornalisti ad auto-vietarsi di mettere in discussione le scelte, le strategie e il modus operandi del dirigente. Per i media italioti Beppe Marotta è il Papa. E come tale è infallibile.
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