Da Special One a Inferior One: il dramma di Mourinho che accusa tutto e tutti tranne il solo colpevole, se stesso
Ormai siamo al patologico: alla vigilia del match col Sassuolo - e sottolineo Sassuolo - Josè dà di matto, spara a zero su Berardi e s'improvvisa Nostradamus di rovine arbitrali; ditegli di fermarsi!
Josè Mourinho non sta bene e qualcuno dovrebbe aiutarlo. Magari consigliandogli di farsi da parte, per un anno o due, dal mondo del calcio nel quale non si ritrova più dopo lo choc di essersi riscoperto di colpo (ma nemmeno tanto), non più Special One ma Ordinary One, per non dire Inferior One. O almeno: qualcuno dovrebbe suggerirgli di prendere atto e accettare la nuova condizione in cui si trova a vivere ormai da tre anni a Roma, come allenatore della Roma, dopo i sintomi inequivocabili già manifestatisi a Londra come allenatore del Tottenham e a Manchester come allenatore dell’United. La condizione, cioè, di un allenatore che dopo essere stato considerato a lungo - e forse esserlo stato per davvero - il più abile, intelligente e vincente del panorama europeo, ora - poichè il calcio evolve - non lo è più. E quindi occorrerebbe farsene una ragione e accettare di considerarsi inferiore, in una parola più scarso, oggi, al cospetto di un numero sempre crescente di colleghi allenatori; e di essere visto e descritto come tale anche dai media solitamente elegiaci.
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