Dodo punito per simulazione e Cuadrado no: arbitri italiani per favore spiegateci
A distanza di pochi giorni due pesi e due misure per lo stesso gesto dei due giocatori: per il bianconero, super recidivo, il solito colpo di spugna che conferma l’uso di un doppio regolamento
Chissà che approfittando della Juventus in serie B chi guida il Palazzo del calcio non colga l’occasione - irripetibile - di commissariare l’AIA e fare finalmente punto e a capo: chiarendo agli arbitri che il regolamento del gioco del calcio è uno e che il secondo, quello usato quando gioca la Juventus, va messo in soffitta. Sarebbe un bel giorno per il calcio italiano col verme: anche perchè finirebbero ingiustizie come l’ultima, quella che ha visto Dodo della Fiorentina giustamente ammonito per simulazione in area (cercava un rigore contro la Cremonese) e giustamente sanzionato dal giudice sportivo per anti sportività a pochi giorni dalla simulazione di Cuadrado in Juventus-Napoli non sanzionata in campo dall’arbitro, che pure aveva irriso a gesti la pagliacciata del giocatore, e non sanzionata quindi dal giudice sportivo. Tra le altre cose, Cuadrado è un simulatore recidivo: tutti ricorderanno il vergognoso rigore che l’imbelle Calvarese gli assegnò in Juventus-Inter 3-2, maggio 2021, penultima di campionato, per un calcione che lo stesso Cuadrado aveva sferrato in area a Perisic (stesso copione di Juventus-Napoli e di altre sceneggiate rimaste impunite), rigore che cambiò le sorti del campionato propiziando il quarto posto della Juventus di Pirlo, con qualificazione Champions, ai danni del Napoli. Senza quel rigore, su cui Calvarese pianse lacrime di coccodrillo di lì a pochi mesi dopo aver appeso il fischietto al chiodo (“È il più grande rimpianto della mia vita”, ebbe la faccia tosta di dire), la Juventus sarebbe stata matematicamente tagliata fuori dalla lotta per il quarto posto. Ma così è. Detto en passant: nè arbitro, nè quarto uomo, nè assistenti, nè ispettori FIGC hanno sentito Allegri urlare “Siete delle merde” e molto altro all’indirizzo dei dirigenti dell’Inter a fine match di Coppa Italia. Evidentemente Allegri deve avere un super potere: quello di rendersi invisibile quando perde le staffe, cioè praticamente sempre. Sono anni che lo vediamo togliersi la giacca e gettarla via ai bordi del campo, protestare (e a volte insolentire) muso contro muso col quarto uomo, scappare negli spogliatoi dimenandosi come una biscia per un rigore “alla Cuadrado” non concesso, insultare la panchina avversaria come se non ci fosse un domani. Risultato: nessuno l’ha visto, nessuno l’ha sentito, nessuno ne parlerà. E insomma, diciamolo ad alta voce: basta AJA, noi vogliamo l’AIA.
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