Domani ricomincia il campionato col verme: l'importante è sapere che è un format a 1+19
Dopo che il presidente FIGC Gravina ha ufficializzato che lo "straordinario brand Juventus" è il valore primo da salvaguardare, conta non prendere in giro i lettori con griglie e pronostici fasulli
Domani comincia il campionato 2023-24. Dico e scrivo da anni che la Serie A italiana è il campionato col verme: e dopo il vergognoso patteggiamento intervenuto il 30 maggio scorso tra la FIGC e la Juventus, patteggiamento che ha permesso al club bianconero di sottrarsi - in cambio di una risibile multa di 718 mila euro - a un maxi-processo che dopo quello sulle plusvalenze, costatogli una penalizzazione di 10 punti in classifica, l’avrebbe condannato come minimo alla retrocessione in Serie B oltre che alla radiazione dei suoi due massimi dirigenti Agnelli e Paratici, dopo lo scandaloso inciucio - dicevo - la definizione di “Serie A-campionato col verme” può essere considerata ufficiale, definitiva, una sorta di marchio registrato. Non si poteva condannare la Juventus alla Serie B, si è sentito e si sente dire ancora oggi; è la squadra col maggior numero di tifosi, la squadra col maggior numero di abbonati-tv, il danno che ne sarebbe derivato sarebbe stato enorme. Già. Per le menti eccelse che guidano il movimento, perpetrare una colossale ingiustizia al fine di “salvaguardare lo straordinario brand della Juventus” (cit. Gravina) è stata una mossa intelligente, mentre far valere il rispetto delle leggi e dei regolamenti punendo i trasgressori - quelli del brand straordinario - sarebbe stato controproducente e autolesionista.
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