Essere bambini negli anni 50, ovverosia: l'inevitabilità di amare per sempre il Grande Torino
Il 4 maggio di 75 anni fa i campionissimi del Torino perivano nello schianto di Superga: la più spaventosa tragedia dello sport italiano e non solo - Essere bambini amanti del calcio in quegli anni
Chi oggi ama il calcio e ha 20, 30 o 40 anni può capirlo fino a un certo punto. Ma chi è stato bambino negli anni Cinquanta, com’è successo a me, nato nel 1954, con fratelli più grandi appassionati di calcio e quindi per contagio appassionato di calcio a mia volta, al punto da fare la raccolta delle figurine dei calciatori a soli 5 anni, quando le figurine Panini - quelle adesive - erano ancora di là da venire e ti emozionavi avendo tra le mani figurine di cartone formato XXL con le foto dei calciatori ritoccate alla bell’e meglio ma che te li facevano sentire lo stesso tuoi, qualunque maglia essi indossassero: chi è stato bambino negli anni Cinquanta - dicevo - sa bene qual era l’emozione in quegli anni - e quanto profonda rimase per molto tempo - per la tragedia aerea del Grande Torino perito nello schianto di Superga il 4 maggio 1949 di ritorno da una trasferta in Portogallo, a Lisbona, dove Mazzola e compagni erano andati a giocare un'amichevole con il Benfica per aiutare il capitano della squadra portoghese Ferreira che versava in gravi difficoltà economiche. La foto che vedete sotto l’ho scattata nel museo dello Stadio Da Luz di Lisbona, lo stadio del Benfica, dove si ricorda quella partita, l’ultima giocata dai campioni del Grande Torino che nella primavera del ‘49 aveva appena vinto il suo 5° scudetto consecutivo in Italia, il sesto - a quei tempi - della storia del club granata.
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