Il Torino degli anni 70, la Juve dell'Avvocato a piovra su tutto, Moggi ras alla Juve e in FIGC, gli scudetti decisi a tavolino: un libro da non perdere
"All'ombra del declino". L'ha scritto Massimo Gerbi, figlio del presidente del Torino Mario, per lunghi anni testimone diretto anche in FIGC di fatti e misfatti svelati oggi in tutta la loro crudezza
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Massimo Gerbi, torinese, 67 anni, è il figlio di Mario Gerbi, un industriale che fu presidente del Torino Calcio dal 1987 al 1989, per molti anni vicepresidente dapprima sotto Sergio Rossi, poi sotto Gian Mauro Borsano, e fondatore di un'azienda metallurgico-meccanica che lavorò per la Fiat negli anni dell'Italia che usciva dal boom economico. Massimo, che oltre ad affiancare il padre (e poi a succedergli) nell'azienda di famiglia ha ricoperto ruoli di rilievo anche nel calcio, prima nel Torino poi in Federazione, fin da piccolo ha coltivato un'abitudine: quella di prendere nota in un diario, diventato poi tanti, innumerevoli diari, di tutte le vicende lavorative e sportive e di tutti i fatti e i personaggi che via via entravano a movimentare la sua vita, quella del padre, quella della sua famiglia - che a Torino fu in quei lunghi anni una famiglia importante - e naturalmente quella del Torino Calcio. Scomparsi i suoi genitori e rimasto in compagnia della sorella Franca, a distanza di anni Massimo Gerbi ha sentito il bisogno, o meglio l'urgenza di raccontare e rendere pubblici, da testimone diretto, decenni di fatti “enormi” per quanto scottanti e scabrosi essi sono stati nel loro evolversi e manifestarsi. Fatti e accadimenti che nessuno conosce, che mai furono resi pubblici, noti soltanto a lui e a pochi intimi; fatti che Gerbi jr. ha voluto portare a conoscenza di tutti nella loro spesso inaudita crudezza narrandoli nel libro appena uscito per Zolfo editore, "All'ombra del declino" (19 euro), con la sapiente cura di Paolo Ortelli, per testimonianza diretta.
Fatti che il figlio del presidente del Torino (Mario Gerbi, nella foto qui sopra) ha vissuto in prima persona o isolatamente o a fianco del padre, scrupolosamente annotati giorno dopo giorno, anno dopo anno, campionato dopo campionato con tanto di date, luoghi, nomi e cognomi. Cresciuto a fabbrica e pallone e divenuto per forza di cose grande appassionato di calcio, Massimo Gerbi, che oltre che nel Torino ha ricoperto importanti cariche, negli anni bui di Calciopoli, anche in Federazione, dei fatti e misfatti di quei tempi conosce - essendone stato testimone diretto - retroscena unici. Ma la bellezza del libro è data anche dal piano narrativo del suo racconto, doppio e parallelo: da un lato la Torino che lavora degli anni 70, 80 e 90 con la Fiat a piovra su ogni cosa e il progressivo declino verso la de-industrializzazione tristemente in corso ai giorni nostri; dall'altro il Torino Calcio (che allora era qualcosa di serio, non quel peluche in mano oggi a Urbano Cairo), la Juventus dell'Avvocato Agnelli inutile dire - come la Fiat - a piovra su tutto, i presidenti federali che decidevano gli scudetti chiedendo a tutti, Torino compreso, di allinearsi ai desiderata del Palazzo e di non disturbare il conducente, Luciano Moggi dirigente prima dello stesso Torino, poi alla Real Casa tenendo il piede in due scarpe, Juventus e FIGC e facendo letteralmente il bello e il cattivo tempo, e tanto, tanto altro.
Tutto annotato, tutto registrato, tutto documentato con tanto di foto, cimeli, ritagli di giornale, date, luoghi, nomi e cognomi. Più che un libro, un film: e poichè ho avuto il privilegio di ascoltarlo e "vederlo" in anteprima, avendo avuto la fortuna di conoscere e incontrare Massimo Gerbi, vi consiglio caldamente di non perderlo. È il miglior libro di sport, e non solo di sport, del 2024.
off topic ma non molto...
ieri sera abbiamo assistito a 90 minuti di pessimo Calcio, peggio ancora i successivi 30, a questo punto sorge spontanea la domanda: considerato il pessimo spettacolo tecnico-tattico, che nessuna delle due pretendenti meritava di vincere, perché i soloni della UEFA non eliminano definitivamente dal regolamento i tempi supplementari passando direttamente ai rigori?
mi domando perché scriverlo ora e non in quei periodi denunciando giornalisticamente le trame incestuose tra le parti in causa.