La Germania mette DAZN alla porta (non fornisce garanzie sufficienti), in Italia tappeti rossi e placet per aumenti di prezzi e licenziamenti
Mentre da noi monta la rivolta della gente per l'insensato rincaro degli abbonamenti, il calcio tedesco prende le distanze dalla piattaforma che non è in grado di dare le garanzie bancarie richieste
Domanda: e se il ministro Abodi istituisse un’agenzia di controllo non solo sui conti delle società di calcio ma anche sul conto delle piattaforme televisive? Non sarebbe una cattiva idea. Tanto per cominciare, il calcio italiano non si troverebbe nella angosciosa situazione in cui si trova oggi: con l’esclusiva dei diritti della Serie A ceduti per i prossimi cinque campionati a DAZN a dispetto del fatto che da quando la piattaforma streaming è diventata la principale detentrice dei diritti, cioè da tre stagioni, il numero degli abbonati e l’audience delle partite sono andati in vertiginosa picchiata; e oggi minacciano di colare definitivamente a picco dopo la decisione di DAZN, insensata per non dire dissennata, di colpire la clientela con un aumento di prezzi tanto forte quanto ingiustificato che ha già innescato disdette d’abbonamenti a migliaia e originato un’interpellanza parlamentare del senatore Pd Lorenzo Basso che ha chiesto al governo “se non ritenga che la condotta di DAZN sia lesiva dei diritti dei consumatori in quanto l’incremento notificato dei prezzi di abbonamento non appare collegato ad un effettivo miglioramento del servizio offerto agli utenti; se non ritenga necessario e urgente attivarsi al fine di favorire il ripristino di condizioni di concorrenza nel settore dei diritti televisivi legati alla trasmissione delle partite di calcio e di consentire ai cittadini di scegliere tra le diverse offerte rese disponibili sul mercato quella più rispondente alle proprie esigenze”. Il tutto dopo che DAZN ha beneficiato della legge anti-pirateria che il governo ha recentemente varato “garantendo alla stessa piattaforma l’incremento significativo di nuovi abbonati e il recupero consistente di nuove risorse finanziarie, per cui era attesa una notevole riduzione dei prezzi secondo il principio paghino tutti, tutti paghino meno”.
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