La Juventus ha perso 322,9 milioni negli ultimi due bilanci, col prossimo sfonderà i 400, è in grave violazione del FPF UEFA e per la Consob non ha i bilanci in regola: ma nessuno dice niente
Nelle ultime 5 stagioni le perdite ammontano a 900 milioni, gli aumenti di capitale idem: e con quello appena deliberato si toccherà il miliardo. Nel 2026 sfuggire alle sanzioni UEFA sarà impossibile
Il 7 novembre scorso, in un articolo pubblicato all’indomani dell’approvazione del bilancio 2023-24 della Juventus chiuso con una perdita di 199,2 milioni, dal titolo: “Quello che in assemblea nessuno ha detto: la Juventus non ha rispettato il FPF UEFA, pagherà 20 milioni di multa, nel 2026 sarà bloccata sul mercato e rischia una seconda esclusione dalle coppe”, avevo scritto:
“Due anni fa, esattamente il 2 settembre 2022, otto club europei di cui quattro italiani (Inter, Juventus, Milan e Roma) concordarono un Settlement Agreement - leggi: patteggiamento - con l’UEFA per non avere rispettato i requisiti di pareggio del Fair Play Finanziario alla chiusura della stagione 2021-22: in base a questo accordo i club si impegnavano a mettersi in regola con le nuove direttive, chi nel giro di tre stagioni (Juventus e Milan), chi nel giro di quattro (Inter e Roma). Oltre a ciò, i quattro club vennero multati in base all’entità della loro violazione: 15 milioni il Milan, 23 la Juventus, 26 l’Inter e 35 la Roma.
Di questa somme l’UEFA incassò però subito solo il 15 %: 2 milioni dal Milan, 3,5 dalla Juventus, 4 dall’Inter e 5 dalla Roma; riservandosi di incassare il restante 85 % solo nel caso di nuovo, mancato rispetto del FPF nelle tre stagioni seguenti: 2022-23, 2023-24 e 2024-25 (per Inter e Roma anche 2025-26). Se al termine della stagione 2024-25, cioè quella in corso, Juventus e Milan non avessero presentato all’UEFA i loro conti in ordine, come Inter e Roma a fine 2025-26, non solo l’UEFA avrebbe incassato il restante 85 % della multa inflitta loro, ma a partire dal 2026 avrebbe comminato ai club inadempienti, a seconda della gravità della violazione commessa, una delle tre seguenti sanzioni in ordine crescente di severità:
Limitazione del numero dei giocatori. Il club può iscrivere solo 23 giocatori, invece che 25, alle competizioni UEFA.
Divieto di tesseramento di nuovi calciatori. Il club non può fare acquisti in sede di mercato.
Esclusione dalle competizioni UEFA. Il club viene squalificato e escluso dalle coppe per una o più stagioni.
Come detto, l’UEFA esaminerà i conti dei club ad approvazione dei bilanci 2024-25 avvenuta per quanto attiene a Juventus e Milan (cioè nel 2026), e nel 2027, dopo l’approvazione dell’esercizio 2025-26, per quanto riguarda Inter e Roma.
Ebbene, quali sono le norme del FPF che i nostri club (e con loro PSG, Besiktas, Monaco e Marsiglia) si sono impegnati a osservare firmando due anni fa il Settlement Agreement con l’UEFA? La più importante riguarda il divieto, per Juventus e Milan, di accumulare nei bilanci 2022-23, 2023-24 e 2024-25 (per Inter e Roma anche il 2025-26) perdite superiori a un totale di 60 milioni. Ma mentre il Milan ha addirittura ecceduto in scrupolo e ottemperanza chiudendo i primi due bilanci a + 6,1 e a + 4,1 milioni (in teoria potrebbe chiudere il prossimo esercizio a -70 milioni e sarebbe in regola), la Juventus ha combinato un disastro immane chiudendo i primi due bilanci a - 123,7 e a - 199,2 milioni: il che significa avere accumulato una perdita non di 60 ma di 322,9 milioni solo per le stagioni 2022-23 e 2023-34. Se a ciò si aggiunge che la società ha già ammesso che chiuderà anche il prossimo bilancio in rosso (in assemblea Scanavino ha detto che le forti spese di mercato affrontate in estate saranno spalmate anche nei bilanci delle stagioni successive: dal che si deduce che i 322,9 milioni di perdite diventeranno, il terzo anno, non meno di 450), non si capisce con quale faccia la Juventus possa sedersi ai tavoli del CFCB dell’Uefa, nel 2026, e sostenere di non aver accumulato nelle ultime tre stagioni perdite superiori a 60 milioni.
Il rispetto di questo parametro del Fair Play costituiva la base del Settlement Agreement siglato due anni fa con l’UEFA. Ricordato ciò, per l’organo di controllo di Nyon lo sprofondo Juventus non sarà certo una sorpresa: i club sono tenuti infatti a comunicare ogni sei mesi lo status quo dei loro bilanci, e i bilanci bianconeri stanno parlando da soli. Ad ogni buon conto nel 2026 l’UEFA ritirerà i quaderni, controllerà i compiti fatti a casa e sanzionerà, in caso di mancato rispetto dei parametri del FPF, i club inadempienti. E una cosa è certa: per la Juventus saranno guai. Perchè non solo dovrà pagare (è già certo al 100 %) i restanti 19,5 milioni della multa di 23 ricevuta due estati fa; ma andrà inevitabilmente incontro a una delle sanzioni ben più sostanziali, che considerando l’entità e l’abnormità della violazione - il tetto massimo di 60 milioni superato di 7-8 volte - rischia di essere molto dura: divieto di fare mercato per una o più sessioni o esclusione dalle coppe per una o più stagioni. Un déjà vu.
Quel che è importante sottolineare è che non sto parlando di congetture o illazioni campate per aria, ma di realtà di bilanci certificati che sono stati resi di dominio pubblico e di numeri che testimoniano la totale illegalità di comportamento del club bianconero (…)
Concludendo: la notizia, che non leggerete su nessun giornale e non sentirete in nessuna trasmissione radiofonica o televisiva è che la Juventus che ieri ha approvato la sua ennesima maxi perdita a bilancio (199,2 milioni) sta giocando questa stagione (come la scorsa e come la prossima) da fuorilegge: e al 100 % sarà chiamata a pagare 19,5 milioni di multa per il nuovo mancato rispetto del FPF; e al 100 % incorrerà in una sanzione ben più afflittiva della multa, una sanzione che potrebbe impedirle di operare sul mercato o escluderla nel 2026 dalla Champions e dalle coppe tout court.
P.S. Dimenticavo di dire che quando nell’estate del 2023 l’UEFA squalificò la Juventus dalle coppe per plusvalenze e altre malefatte, le inflisse - in un procedimento del tutto diverso - una multa di 20 milioni di cui 10 da pagare incondizionatamente (le saranno trattenuti dagli introiti-Champions di quest’anno) e 10 da pagare in caso di ulteriore mancato rispetto dei doveri di bilancio. Com’è del tutto evidente, anche questi 10 milioni saranno dunque trattenuti a tempo debito dall’UEFA dagli introiti spettanti alla Juventus portando così il totale delle multe ricevute nei due distinti procedimenti a 43 milioni (23 + 20)”.
Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, starete pensando: mamma mia, gran brutta situazione quella in cui versa la Juventus. Beh, fosse solo questo. Il giorno dopo, il 9 novembre, a completamento del quadro della cartella clinica di Madama avevo pubblicato infatti un secondo articolo dal titolo: “Quello che in assemblea nessuno ha detto (parte 2): secondo la Consob, i bilanci della Juventus di Ferrero e Scanavino sono irregolari come quelli della Juve di Agnelli”, seguito dal sottotitolo: “Con una delibera uguale a quella del 2022, che provocò uno tsunami, la Consob ha giudicato ‘non conformi’ anche i bilanci della nuova Juve: che è ricorsa al TAR. Ma se avrà torto, saranno guai seri”. E avevo raccontato:
“La verità è che la Juventus si trova in guai ancora più grossi di quelli raccontati ieri: che erano solo una faccia della medaglia (del disonore). Dell’altra faccia, quella più nascosta, avevo scritto in diverse occasioni soltanto io, nel silenzio più totale dei media a dispetto dell’evidenza dei documenti ufficiali che corredano la vicenda, documenti che sono a disposizione di tutti e che portano la firma nientemeno che della Consob oltre che della Juventus. Per chi non ne fosse informato, riassumo brevemente la vicenda nei suoi tratti e nei suoi momenti essenziali.
In data 31 luglio 2023 la Consob ha aperto un procedimento (il 154-ter 2023) a carico della Juventus informandola dell’ipotesi di non conformità di due bilanci approvati dal nuovo management: il bilancio d’esercizio al 30 giugno 2022 e il bilancio consolidato semestrale al 31 dicembre 2022.
Tre giorni dopo, il 3 agosto, la Juventus ha chiesto alla Consob di avere accesso agli atti.
Cinque giorni dopo, l’8 agosto, la Consob li ha resi disponibili.
Il 4 ottobre, due mesi dopo la notifica, si è svolta presso la sede della Consob l’audizione della Juventus e ha avuto luogo il dibattimento sulle tematiche contestate.
Il 25 ottobre, tre settimane dopo l’audizione, a firma del presidente Paolo Savona la Consob ha diffuso e reso nota la delibera n. 22858 intitolata: “Accertamento della non conformità del bilancio d’esercizio al 30 giugno 2022 e del bilancio consolidato semestrale al 31 dicembre 2022 della società Juventus Football Club SpA” nel quale, dopo avere ricordato i fatti che hanno originato il procedimento e aver dato conto delle spiegazioni e delle contro-deduzioni fornite dalla Juventus, la Consob le respingeva in toto, smontandole una ad una e confermando il giudizio di non conformità dei bilanci della società bianconera. Il comunicato si chiudeva con la consueta formula: “Il presente provvedimento potrà essere impugnato dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio entro sessanta giorni dalla comunicazione”.
Cinquantasette giorni dopo, il 22 dicembre, la Juventus annunciava il ricorso al TAR del Lazio avverso la delibera della Consob.
Ebbene: è passato un anno e ancora dal TAR del Lazio nessuna notizia. Tutto tace. E tuttavia, c’è una cosa che rende il tutto molto sinistro: e cioè il fatto che la Consob aveva aperto in capo alla Juventus un identico procedimento un anno prima, nel 2022, procedimento che aveva portato all’esplosione dello scandalo e all’apertura dell’Inchiesta Prisma della Procura di Torino e sfociato nella delibera 22482 del 15 dicembre 2022 che portava la stessa identica titolazione di quella del contenzioso oggi pendente: “Accertamento della non conformità del bilancio d'esercizio al 30 giugno 2021 della società Juventus Football Club S.p.A.". Anche allora il management bianconero aveva risposto che la Consob si sbagliava e che la Juventus aveva operato nel rispetto di tutte le regole. In realtà aveva ragione la Consob: e infatti successe quel che successe, il CdA della Juventus venne spazzato via, i suoi quattro dirigenti apicali - presidente Agnelli in testa - vennero squalificati per 8 anni, la Juventus venne penalizzata in Italia e cacciata dall’Europa e la società finì a processo penale: alla sbarra a Roma, processo appena iniziato.
Ricapitolando: così come due anni fa, la Consob ha giudicato “non conformi”, cioè irregolari, anche i nuovi bilanci redatti dalla nuova Juventus. E poichè le contestazioni e i capi d’accusa sono sostanzialmente gli stessi di quelli mossi a carico del vecchio management, non si capisce perchè comportamenti giudicati ieri illeciti al punto da trascinare una società nel marasma di processi penali e sportivi, debbano essere giudicati leciti oggi”.
Ebbene: sono passati cinque mesi e il quadro clinico della Juventus è rimasto lo stesso: anzi, è peggiorato se è vero che due giorni fa il CdA è stato costretto a deliberare l’ennesimo aumento di capitale dopo quello di 300 milioni del 2019, di 400 milioni del 2021 e di 200 milioni del 2024: operazione che al momento ha previsto un acconto, già versato, di 15 milioni per fare fronte all’emergenza creatasi nel bilancio con il licenziamento dell’allenatore Motta e del suo staff; aumento di capitale che a settembre, a conclusione del calciomercato, verrà più precisamente definito anche se non dovrebbe superare, così dice il comunicato, i 110-120 milioni. Le previsioni di bilancio si sono rivelate un gruviera: si pensava a un cammino in Champions che portasse la squadra almeno agli ottavi e invece la Juventus non ci è arrivata; si pensava ai futuri introiti della Supercoppa in Arabia e invece la Juventus non figurerà stavolta tra le 4 finaliste; non si pensava certo al licenziamento dell’allenatore e invece non solo Motta (contratto triennale) è stato cacciato dopo 9 mesi con un danno di 15 milioni, ma presto si renderà necessario assumere un allenatore nuovo con tanto di staff tecnico al seguito: che sia Tudor (il più economico) o uno fra i ben più pagati Conte, Gasperini, Pioli o Mancini, di certo sarà una voce di spesa pesante che andrà a gravare in modo non preventivato sul prossimo bilancio già appesantito da 82 milioni di seconde rate da onorare per i giocatori acquistati l’estate scorsa da Giuntoli (rate che andranno avanti anche nelle due stagioni successive).
In tutto questo, nessun giornale che abbia mai sentito il dovere di dire una parola in proposito. La Gazzetta è addirittura riuscita a scrivere di “Juventus sulla strada giusta” in un focus finanziario di una pagina pubblicato il 4 gennaio scorso a proposito di rispetto del Fair Play Finanziario UEFA dei nostri club impegnati nelle coppe.
“La nuova società ha cominciato un percorso virtuoso - ha scritto la Gazzetta - importante anche per attenuare eventuali sanzioni”.
Un percorso talmente virtuoso da aver portato la Consob ad aprire un nuovo procedimento nei confronti della società chiusosi con la delibera di “bilanci non conformi” esattamente come non conformi (eufemismo) erano i bilanci della vecchia Juve di Agnelli; e conti talmente in ordine da rendere necessario - è successo due giorni fa -, il ricorso all’ennesimo aumento di capitale per evitare l’ennesimo inabissamento contabile.
In tutto questo, giorni fa il presidente della FIGC Gravina dopo essere stato in visita alla Continassa ha dichiarato bel bello: “La Juventus è e resta un modello. Sono convinto che se la giocherà fino alla fine: i risultati arriveranno”.
“Come sto andando?”, chiese il pugile all’angolo a fine round. E il secondo: “Se lo ammazzi fai pari”.
Come la Parmalat .
Andavano radiati .
Il buonismo ha reso la piaga infetta .
La prognosi di emenda del reo era infausta .
Si capiva già dopo il primo scandalo in cui furono beccati .
Cosa speravano che succedesse in meglio ?
Il lassismo li ha resi ancora più tracotanti .
E spregiudicati .
Altro che “ salvare il brand “!
A migliorare i conti le 200 parti civili scalpitanti