"La Supercoppa nel deserto": memorabile avvio della nuova serie tv targata FIGC-Lega!
Il debutto della Supercoppa italiana in Arabia è stato da brividi: Napoli e Fiorentina hanno giocato in uno stadio vuoto dando l'idea precisa di quanto valga il nostro calcio oggi agli occhi del mondo
Farsi pagare per mostrare al mondo quanto fai pena. Non è il format originale di una nuova serie Netflix del filone trash: ma è quel che ha combinato, last but not least, il calcio italiano che essendo con le pezze al culo ormai da tempo ha pensato bene di andare a raccattare due spiccioli in Arabia Saudita esportando alla corte degli sceicchi una Supercoppa con format copiato pari pari dagli spagnoli (formula della Final Four) con 4 club partecipanti (Napoli, Inter, Lazio e Fiorentina), due partite di semifinale e una di finale. Ebbene: premesso che gli sceicchi, che come il nostro presidente FJGC Gravina hanno a cuore solo i club dal “brand straordinario” e considerano il resto spazzatura, una volta preso atto che nel cast brillavano per la loro assenza Juventus e Milan hanno subito detto che a loro la Supercoppa italiana - a dispetto del contratto firmato - interessava zero: e l’hanno spostata di sede e di calendario sballottandola di qua e di là e sistemandola alla fine ai giorni odierni; premesso ciò, dicevo, ieri è andato in scena a Riyad il primo atto della telenovela “Supercoppa italiana: il calcio che non interessa a nessuno”, da un’idea di FIGC e Lega Serie A, con la partita Napoli-Fiorentina, prima semifinale, giocata all’Al-Awwal Park Stadium, un piccolo stadio da 25.000 spettatori, e che a dispetto di ciò era però vuoto per due terzi. Gli organizzatori parlano di 9 mila spettatori, non si sa se paganti o pagati per assistere al match: a giudicare dallo striscione “Lazio merda” esibito a sorpresa da un manipolo di supporter non si sa bene di quale squadra, striscione che volgarità a parte non c’entrava nulla con la sfida in corso, propenderei per la seconda ipotesi.
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