L'affare tarocco Douglas Luiz tra Juventus e Aston Villa l'avevo raccontato l'estate scorsa nel silenzio di tutti in ogni suo dettaglio. E ora la bomba sta per esplodere...
Come scritto nel pezzo di stamattina, l'UEFA ha sanzionato il club inglese per la plusvalenza indebita realizzata: e ora dovrà intervenire anche su Madama. Qui il pezzo che scrissi il 31 agosto scorso
E alla fine l'Aston Villa si liberò di Iling e Barrenechea (ex Juve): torna a grande richiesta il remake de "L'audace colpo dei soliti ignoti"
In Italia è un classico di ogni mercato estivo: stavolta sceneggiatura e regia non sono più di Agnelli & Paratici ma di John Elkann & Giuntoli. Ancora plusvalenze fasulle nel silenzio tombale di tutti
AGO 31, 2024
“AUDACE COLPO DEI SOLITI IGNOTI”. Alzi la mano chi non ha visto almeno una volta il leggendario film di Nanni Loy (1959) con Vittorio Gassman, Renato Salvatori, Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Gastone Moschin, Vicki Ludovisi e Carlo Pisacane che racconta le avventure di una combriccola di ladruncoli romani che trama e si organizza per realizzare la rapina del secolo. È il sequel de “I soliti ignoti” di Mario Monicelli ed è considerato ancora oggi, a 65 anni di distanza, un capolavoro della commedia all’italiana. L’audace colpo, la rapina all’auto che trasporta l'incasso delle giocate del Totocalcio, sia pure in modo rocambolesco riesce: ma la sventatezza, il dilettantismo e la dabbenaggine della cricca capeggiata da “Er Pantera” (Gassman) sono tali che alla fine il bottino viene perduto. “Er Pantera” viene addirittura multato dalla stradale, alla fine della storia, per aver attraversato la strada - mentre se la dà a gambe - lontano dalle strisce pedonali. Sipario.
Ebbene, è trascorsa una vita ma l’audace colpo dei soliti ignoti, che poi tanto ignoti non sono, è rimasto un classico: almeno nel mondo del calcio. Ha a che fare con il calciomercato, riguarda il magico mondo delle plusvalenze (farlocche) e i panni del protagonista, i panni di “Er Pantera”, li indossa ora la Zebra, cioè la Juventus: che come ha giustamente notato Pippo Russo nel suo articolo apparso ieri su “Domani” (incredibile ma vero, è successo: un’altra voce si è unita alla mia per denunciare l’indecorosa baracconata di mercato), ha avuto talmente successo, nella pratica delle plusvalenze fittizie, da esportare il modello made in Italy - o meglio: made in Torino - oltre i confini italici imponendolo addirittura nel Regno Unito.
PALLA AVVELENATA di Paolo Ziliani is a reader-supported publication. To receive new posts and support my work, consider becoming a free or paid subscriber.
Parliamo dell’operazione Douglas Luiz dell’Aston Villa acquistato il 30 giugno dalla Juventus per 51,5 milioni e tornata oggi prepotentemente alla ribalta perchè i due giocatori inseriti dalla Juventus nell’affare, ossia Iling jr. valutato 14 milioni più 3 di bonus e Barrenechea valutato 8 milioni più 3 di bonus (28 milioni in totale), che stando al comunicato emesso da Madama avrebbero originato due plusvalenze di 11,9 e di 5,5 milioni (totale 17,4), sono stati sbolognati dall’Aston Villa e spediti in prestito uno in Italia (Iling jr. al Bologna) e uno in Spagna (Barrenechea al Valencia). Motivo: Emery, l’allenatore dell’Aston Villa, non sapeva nemmeno chi fossero e dopo averli visti in allenamento ha detto al suo club che lui di quei due non sapeva che farsene.
Era stato il club, infatti, a organizzare tutto per motivi extra-tecnici: o meglio, erano stati i due club, l’Aston Villa e la Juventus. L’Aston Villa doveva assolutamente realizzare una cessione da 20-25 milioni per rientrare entro il 30 giugno (ultimo giorno della stagione 2023-24) nei parametri del Fair Play Finanziario imposto a ogni Federazione dall’UEFA. Così, approfittando del fatto che il proprietario del club di Birmingham, Nassef Sawiris, siede anche nel CdA di Exor ed è cioè in rapporti a dir poco buoni con John Elkann, per Aston Villa e Juventus è stato facile mettere a punto l’audace colpo dei soliti ignoti che poi tanto ignoti non sono. E ora che i destini di Iling jr. e Barrenechea si sono disvelati, l’audace colpo che avevo subito denunciato in un articolo del 2 luglio dopo averlo preannunciato in un pezzo del 20 giugno, è lì sotto i nostri occhi con la sua pistola fumante: provato nelle sue intenzioni fraudolente al di là di ogni ragionevole dubbio.
Il tema da svolgere per i candidati era: “Come vendere a prezzo gonfiato un giocatore facendo in modo che anche il compratore alla fine ci guadagni”.
Svolgimento.
L’Aston Villa deve assolutamente cedere un giocatore e incassare 20-25 milioni per mettersi in regola in vista del via della nuova stagione: e si accorda con la Juventus per cederle Douglas Luiz. Al club inglese vanno bene 23,5 milioni, ma la Juventus ha un’idea (la solita, quella che mette in atto da anni): io ti do i 23,5 milioni ma ci accordiamo per valutare Douglas Luiz 51,5, cioè 28 milioni in più che io ti pago in giocatori inserendo nella trattativa, e di fatto cedendoteli, Iling jr. per 14 + 3 e Barrenechea per 8 + 3. In questo modo il vantaggio è triplo: A) tu Aston Villa incassi comunque i 23,5 milioni cash che ti consentono di metterti in regola; B) diventi proprietario di due giovani calciatori che costano poco di stipendio e dalla vendita dei quali puoi realizzare domani un gettito extra; C) io faccio figurare di avere concluso tre operazioni distinte e di averti ceduto due giocatori cresciuti nel vivaio che essendomi costati quasi nulla mi fruttano a bilancio una plusvalenza per complessivi 17,4 milioni. In pratica, ho sborsato cash per 23,5 milioni ma con i 17,4 di plusvalenza, che diventano attivo di bilancio, è come se per Douglas Luiz avessi speso 6,1 milioni (23,5 - 17,4 = 6,1). Tu non ci hai perso niente; e io il tuo giocatore l’ho avuto praticamente in regalo.
Facile no? Certo. Peccato non si possa fare: perchè, come la Consob ammoniva ieri (senza essere ascoltata) e ammonisce oggi (idem come sopra), c’è di mezzo il principio contabile internazionale IAS 38, valido in tutto il mondo, che non consente in alcun modo di iscrivere a bilancio plusvalenze di questo tipo. Proprio qui su Substack, in un articolo intitolato “Lo strano caso della Gazzetta che incita la Juventus a fare le stesse plusvalenze proibite che l’hanno condotta a penalità, squalifiche e processi”, articolo che postai in tempi non sospetti, intuendo qual era il giro del fumo, il 20 giugno (dieci giorni prima della conclusione dell’affare), anticipavo il caso e le polemiche che ne sarebbero seguite scrivendo:
“E sarà il caso di spiegarlo ancora un’ultima volta prima che il caso “plusvalenze fittizie” della Juventus riesploda. Anche se a dire il vero è già riesploso: la Consob, come scrissi subito e come continuamente ricordo, ha aperto infatti in capo alla Juventus un procedimento ufficiale di “accertamento delle non conformità del bilancio d’esercizio al 30 giugno 2022 e del bilancio consolidato semestrale al 31 dicembre 2022”, come da suo comunicato del 25 ottobre scorso che ho testualmente citato. Tra le varie “non conformità” la Consob contesta alla nuova Juventus di Scanavino, Ferrero e Giuntoli di comportarsi in tema di plusvalenze illecite esattamente come faceva la vecchia Juventus di Agnelli, Paratici e Arrivabene. E fa l’esempio dell’operazione di scambio avvenuto col Genoa tra i giocatori Cambiaso (passato dal Genoa alla Juventus e valutato 8,5 milioni) e Dragusin (passato dalla Juventus al Genoa e valutato 3,7 milioni). Ebbene, proprio com’era solita fare la vecchia Juventus, finita poi in tutti i tribunali penali e sportivi, penalizzata di 10 punti per “plusvalenze fittizie” e cacciata dall’Europa, anche la nuova Juve fa finta che nulla sia successo: e ha messo a bilancio - di qui il procedimento ufficiale aperto dalla Consob nei suoi confronti - una plusvalenza di 3,7 milioni pari al valore assegnato a Dragusin, che essendo cresciuto nel vivaio non è costato nulla e quindi consente alla Juve di fare una plusvalenza totale.
E però, questo non si può fare. Perchè (a dirlo è la Consob) in base al principio contabile internazionale IAS 38, le permute (scambi di giocatori) non possono mai essere considerate operazioni separate e distinte, ma un’operazione unica di contemporanea cessione e contemporaneo acquisto di giocatori. E la sola plusvalenza iscrivibile a bilancio è quella del conguaglio in denaro (la cosiddetta “sostanza commerciale”) ricevuto nell’ambito dello scambio-giocatori e che spetta, naturalmente, al club che ne ha beneficiato: in questo caso il Genoa che ha ricevuto dalla Juve i 4,8 milioni di cash dovuti al maggior valore del giocatore ceduto (Cambiaso: 8,5 milioni contro i 3,7 di Dragusin). Solo questo conguaglio in denaro può diventare plusvalenza; e quindi la Juventus non può considerare plusvalenza i 3,7 milioni della valutazione data a Dragusin. L’operazione Dragusin-Cambiaso ha originato anzi per la Juventus una perdita di 4,8 milioni, cioè i soldi pagati al Genoa a conguaglio.
Per la stessa ragione, nessuna plusvalenza può essere messa a bilancio dalla Juventus nel prospettato scambio a tre con l’Aston Villa: quello che vede Douglas Luiz, valutato a quanto si dice 65 milioni, arrivare alla Juventus in cambio di due giocatori, Iling e Barrenechea, valutati a quanto si dice 40 milioni (20 + 20) più un conguaglio in denaro di 25 milioni. Secondo la legge, e secondo il principio contabile internazionale IAS 38, l’unica plusvalenza che può essere messa a bilancio spetta all’Aston Villa: e sono i 25 milioni di cash incassati a conguaglio (la “sostanza commerciale”), dovuti alla maggior valutazione data al calciatore ceduto: Douglas Luiz pagato dalla Juventus con Iling, Barrenechea e 25 milioni. Insomma, a dispetto di quanto la Gazzetta racconta, Iling e Barrenechea non possono produrre alcuna plusvalenza nel bilancio della Juventus; per il club bianconero, l’operazione Douglas Luiz origina anzi una perdita di 25 milioni”.
Morale della favola: siamo alle solite. La Juventus continua a fare, con rispetto parlando, quel cazzo che le pare, tanto ormai nessuno ci fa più caso. Doveva sparire dal calcio e le hanno dato una multa di 718 mila euro: cosa volete che succeda per 17,4 milioni di soldi del Monopoli messi a bilancio per la vendita (fasulla) di due suoi giovani. Sanzioni? In un altro film. Qui siamo al remake di “Audace colpo dei soliti ignoti”. Da oltre mezzo secolo su tutti gli schermi. E gli stadi.
come sempre un plauso a Ziliani per gli articoli esaustivi e particolareggiati soprattutto informativi per noi lettori e appassionati di questo sport, citando le regole IAS38 (International Accounting Standard 38) principio che disciplina la contabilizzazione delle attività immateriali, che io non conoscevo, grazie Paolo per il lavoro che svolgi con dovizia, argomentazioni e controdeduzioni degni di un giornalismo nobile.
Strepitoso