L'impresa mai riuscita prima a un allenatore: far tifare tutto il mondo per la tua squadra. Ci riuscì a Leicester Claudio Ranieri
Per onorare il 72enne allenatore che domani sera si farà da parte, il modo migliore per ricordare la sua unicità non solo umana è riportare le lancette indietro di 51 anni per arrivare poi al 2016...
Dal 4 novembre 1973 al 23 maggio 2024 sono 51 anni. Mezzo secolo più un anno di mancia. È il lasso di tempo - che professionalmente equivale a una vita - trascorso tra la prima partita che Claudio Ranieri giocò in Serie A da debuttante nella Roma (era appunto il 4 novembre del 73 e fu Scopigno, l’allenatore che tre anni prima aveva portato il Cagliari di Gigi Riva a vincere lo scudetto, a fargli vestire la maglia giallorossa n. 2 a Marassi contro il Genoa in una Roma che schierava Ginulfi, Ranieri, Morini; Rocca, Batistoni, Santarini; Domenghini, Di Bartolomei, Cappellini, Cordova, Prati) e l’ultima partita che vedrà Claudio Ranieri sedersi in panchina domani sera in Cagliari-Fiorentina, anticipo dell’ultima giornata del campionato 2023-24. Per dare un’idea del tempo trascorso: quando Ranieri esordì in Serie A in maglia giallorossa in quel Genoa-Roma, che finì 2-1, l’arbitro era Concetto Lo Bello classe 1924, per l’appunto un secolo fa, il presidente della repubblica era Giovanni Leone, il presidente del Consiglio Mariano Rumor (Democrazia Cristiana), il Festival di Sanremo era stato vinto da Peppino di Capri (“Un grande amore e niente più”), la televisione trasmetteva in bianco e nero e i canali Rai erano solo due, Johan Cruijff vinceva il Pallone d’Oro, l’Italia vinceva per la prima volta in casa dell’Inghilterra con un gol di Capello, in Italia moriva Anna Magnani e il mondo dava l’addio a Pablo Picasso e a Pablo Neruda.
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