Lo Slavia conferma il fallimento: il Milan "povero" e coraggioso di ieri era meglio del Milan "ricco" e spento di oggi
Del gioco nuovo, propositivo, organizzato ed efficace fatto per anni con interpreti modesti non è rimasto nulla: oggi c'è una squadra statica, banale, anonima che pesca i jolly con giocate individuali
In casa Milan il detto calza a pennello: si stava meglio quando si stava peggio. Tradotto: la squadra giocava un calcio infinitamente migliore, più propositivo, organizzato, imprevedibile, audace ed efficace - in una parola: europeo - con la rosa “povera” dell’era Maldini (il Milan dei Saelemaekers e dei Brahim Diaz, dei Kalulu e dei Messias) piuttosto che con la rosa “ricca” dell’era Cardinale-Furlani, quella che stiamo vedendo all’opera dall’estate scorsa, il Milan dei Reijnders e dei Loftus Cheek, dei Pulisic e degli Okafor. Il che è già di per sè una sconfitta.
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