Mancini ex interista, i tifosi della Juve non lo vogliono. Ma se sognano di tornare a vincere la Champions, dovrebbero temerlo soprattutto per il suo disastroso curriculum europeo
Lo score di Mancini allenatore di club a livello internazionale è una sorta di Spoon River calcistica: tracolli in serie in Champions con Inter e Manchester City, tracolli anche in UEFA/Europa League
La notizia che Roberto Mancini, impegnato nello sprint con Tudor, potrebbe sedere presto sulla panchina della Juventus ormai intenzionata a sollevare dall’incarico Thiago Motta, notizia che sta creando grande scompiglio nella tifoseria juventina a causa dei suoi trascorsi interisti e delle prese di posizione anti-Juventus (quella dell’associazione a delinquere Moggi & Giraudo) agite ai tempi di Calciopoli, mi ha colpito e divertito: un po’ perchè, giornalisticamente parlando, siamo davanti a un fatto eclatante e addirittura impensabile un’estate fa quando il Nuovo Corso Juve prese il via tra hurrà e squilli di tromba. Ma è soprattutto un secondo motivo ad avermi colpito: sentire che il no compatto dei tifosi juventini a Mancini è dovuto al suo essere ex interista. Fatto inoppugnabile. E tuttavia se fossi nei loro panni mi preoccuperei per un motivo ben più serio e allarmante: e cioè per come lavorò, Mancini, nei suoi primi quattro anni all’Inter (dal 2004 al 2008) e poi al Manchester City (2009-13), al Galatasaray (2013-14), ancora all’Inter (2014-2016) e infine allo Zenit San Pietroburgo (2017-18), prima di abbandonare la carriera di allenatore di club per darsi a quella di c.t. (Italia e poi Arabia).
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