MILAN STRACCIONE. La vera storia di Furlani più spilorcio di Ebenezer Scrooge e dell'ultima balla sui mirabolanti incassi fatti con la cessione "non rifiutabile" di Reijnders
Dopo gli 80 milioni per Tonali (alla fine in cassa ne finirono 44), ecco i 71 per Reijnders che nascondono bonus comici per Pallone d'Oro e altre facezie. E però spunta il jet privato per Archie Brown
Che Igli Tare a un evento degli sponsor abbia detto ieri serissimamente che arrivando al Milan è stato “molto sorpreso dall’organizzazione della società” come se stesse parlando non dell’AC Milan delle 7 Coppe dei Campioni e delle 3 Coppe Intercontinentali, il club più vittorioso e blasonato d’Europa dopo il Real Madrid, ma dell’Alcione, la terza squadra di Milano promossa per la prima volta in Serie C un anno fa, la dice lunga sulla misera condizione in cui il club rossonero è stato ridotto da quando la doppia proprietà americana Elliott-Red Bird lo gestisce come fosse un club di terza serie avvalendosi della longa manu del teleguidato Ad Giorgio Furlani. In pochi anni il Milan è diventato agli occhi del mondo (del calcio) una specie di Longobarda, la squadra del film “L’allenatore nel pallone” affidata alle cure del tecnico Oronzo Canà in cui accadevano cose da Strapaese. Di quel che è stato l’AC Milan fondato nel 1899 e con 126 anni quasi tutti gloriosi di storia alle spalle è rimasto oggi solo il ricordo. Adesso c’è, appunto, la Longobarda. Che parla per bocca di Rockfeller-Furlani, il corvo antropomorfo in frac manovrato dal ventriloquo Paul Singer fondatore e Ad del fondo Elliott dal 2018 proprietario dell’AC Milan. Milan che in pochi anni ha perso tutto il suo allure e il suo alone leggendario e che oggi è costretto a vestire i panni del club straccione: nei modi e nella sostanza.
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