Non ci si può credere: gli arbitri vanno in tv a dire che il mani di Gatti non era rigore. Lo era quello (ridicolo) di Luperto in Juve-Cagliari, non lo è quello (colossale) di Gatti in Como-Juve
Il mondo arbitrale, ben spalleggiato dal mondo dell'informazione (in primis DAZN e Sky che non conoscono vergogna), pensa che gli italiani siano una massa di dementi cui raccontare qualsiasi balla
Il 5 ottobre in Juventus-Cagliari 1-1 (7^ giornata) alla Juventus era stato concesso un rigore, dopo invito all’On Field Review (controllo dell’azione) del VAR Paterna e dell’AVAR Marini all’arbitro Marinelli, per un fallo di mano in area di Luperto del Cagliari.
Su palla spiovente da calcio d’angolo, Gatti era saltato più in alto di Luperto che aveva cercato di contrastarlo in elevazione. Gatti aveva incornato il pallone di testa schiacciandolo verso il basso, la palla era finita fuori e nel primo metro di traiettoria aveva sfiorato in modo del tutto impercettibile (tant’è vero che la traiettoria non aveva avuto alcuna alterazione nè di di direzione nè di velocità) i polpastrelli della mano destra di Luperto: che nel frattempo stava cadendo, era girato e di spalle e non poteva in alcun modo sapere dove si trovasse il pallone.
L’arbitro Marinelli aveva concesso il rigore.
Su DAZN l’esperto di regolamento Luca Marelli aveva detto: “Questo è un calcio di rigore. La decisione di richiamare all’On Field Review è corretta perchè il braccio di Luperto è certamente oltre la figura ad occupare un volume maggiore e il contatto con la punta delle dita c’è. Pertanto questo è un calcio di rigore che ad oggi deve essere assegnato. Non ‘può’ essere assegnato: DEVE!”.
A “Open Var”, sempre su DAZN, i dirigente arbitrale (ed ex arbitro) Andrea Gervasoni, inviato dal designatore Rocchi, aveva confermato la bontà della decisione presa con l’assegnazione del calcio di rigore alla Juventus. “Il braccio di Luperto è alto e il movimento non è congruo”. Sul fatto che la palla avesse solo sfiorato i polpastrelli della mano del difensore e non avesse nè deviato nè attenuato il tiro, nessuna parola.
La bestialità sia della decisione presa dai due addetti al VAR e poi dall’arbitro, quella di concedere un rigore che nemmeno su Marte, sia della spiegazione data dal funzionario Gervasoni (oltre che dall’esperto di regolamento di DAZN Marelli), era stata sottolineata e duramente contestata in studio, a tu per tu con Gervasoni, da due ex giocatori oggi opinionisti tv come Parolo e Ambrosini. “Non è mai rigore - aveva detto Parolo -. Il movimento di Luperto è congruo, il colpo di testa è debole, la palla va fuori porta”. E Ambrosini: “È un rigore che va contro la dinamica calcistica: questa è una cosa che non esiste proprio al mondo. Il braccio può essere non congruo finché vogliamo, ma ragazzi: sta correndo all’indietro! Io capisco se tu puoi proteggerti coscientemente le mani quando uno sta crossando: ma cosa deve fare questo ragazzo qua… ha le unghie… prende la palla con la mano cascando e la palla… ma no! Qualunque tipo di osservatore dice che questo è un tocco che non ha nessuna valenza, nessun vantaggio nei confronti del calciatore”.
Venerdì scorso in Como-Juventus 1-2 (24^ giornata) al Como non è stato concesso un rigore per un fallo di mano di Gatti sfuggito in diretta all’arbitro Abisso: l’attaccante del Como Douvikas, in possesso di palla e in vantaggio su Gatti, si apprestava a stoppare il pallone di petto aggiustandoselo per il tiro in porta quando Gatti, in ritardo, allungava il braccio sinistro e colpiva la palla con la mano spingendola in giù e sottraendola al controllo di Douvikas, facendogliela sbattere sul ginocchio e impedendone il tiro a rete.
A questo punto iniziava in sala VAR a Lissone il seguente colloquio tra il Var Guida e l’AVAR Maggioni che stavano ricontrollando l’azione.
MAGGIONI. La tocca. Vedi?
GUIDA. Per me è in dinamica.
MAGGIONI. Poi va in marcatura.
GUIDA. Però per me è in dinamica.
MAGGIONI. Dopo.
GUIDA. Per me è in dinamica.
MAGGIONI. Gli toglie il controllo.
GUIDA. No, per me non è rigore.
MAGGIONI. Vedi che gliela toglie? Lui la può stoppare, il controllo glielo toglie. I braccio la tocca prima che vada in marcatura.
GUIDA. Ma è in appoggio.
MAGGIONI. Dopo. Cioè, comunque gli toglie il controllo.
GUIDA. Check completato.
MAGGIONI. Per me no.
GUIDA. Va bene.
Qualsiasi commento sulla totale negazione che Guida oppone alle argomentazioni di Maggioni mi sembra superfluo.
In diretta l’esperto di regolamento di DAZN Luca Marelli aveva affermato: “Il tocco c’è sicuramente. Bisogna vedere se lo riterranno punibile o meno, io sinceramente ho qualche dubbio, io non lo riterrei punibile perchè mi sembra più casuale che altro”.
Domanda: ma il mani di Luperto in Juve-Cagliari, che addirittura dava le spalle alla palla e a Gatti che la colpiva, non era forse enormemente più casuale? Mistero. Per tutta la serata Marelli continuerà a ribadire che il tocco di mano con cui Gatti aveva chiaramente sottratto il pallone dal controllo di Douvikas, con braccio e mano portati volontariamente sul pallone, in perfetto controllo dell’azione, non era un’infrazione passibile di rigore.
A “Open Var” questa volta Rocchi fa uscire dal suo sarcofago il dirigente Di Liberatore componente CAN e lo manda in tv a dire che tutto va bene. “Assolutamente questo è un tocco di mano non punibile - conferma Di Liberatore dopo aver rivisto l’azione e riascoltato il colloquio (che definire imbarazzante, se non scabroso, è dire poco) tra il VAR Guida e l’AVAR Maggioni -: pertanto giusto non assegnare il calcio di rigore e quindi… silent check. La discriminante è che Gatti, l’unica cosa che fa, è contendere lo spazio all’avversario. In questa contesa tocca il pallone in maniera fortuita a fronte della dinamica dell’azione e pertanto il tocco di mano non è punibile”.
Nuova domanda: ma ammesso e non concesso che Gatti abbia toccato il pallone “in maniera fortuita”, allora anche Luperto (che era in caduta, era di schiena e non poteva nemmeno vedere dove fosse la palla) lo aveva fatto in Juventus-Cagliari, e oltretutto il suo tocco era stato ininfluente, non c’era stata deviazione di traiettoria del colpo di testa finito abbondantemente fuori. E allora?
Accanto a Di Liberatore c’è l’ex giocatore della Lazio Valon Behrami. Che guarda il dirigente allibito e dice. “Io non sono d’accordo. Qui addirittura il tocco diventa talmente influente che la palla picchia sulla rotula e da lì il giocatore non riesce più a controllare il pallone. E il fatto che Gatti non voglia andare a toccare palla è fuor di dubbio: nel 95 per 100 delle situazioni di fallo di mano il giocatore non vuole. Però questo influisce troppo sul controllo del giocatore. Che si voglia o no, picchia sulla rotula, perde il controllo e non ha la possibilità di calciare. Perciò al di là del fatto che l’avete letta così, però quel minimo tocco influisce troppo sull’azione”.
Non so voi. Ma io credo che andare avanti con questa grottesca commedia, ormai diventata farsa, degli arbitri che con decisioni comiche spianano ogni volta la strada della Juventus fischiando (o non fischiando) tutto e il contrario di tutto, e hanno addirittura l’impudenza di andare in tv a raccontare a milioni di sportivi supercazzole una più esilarante dell’altra (ricordate quando dopo il mancato rigore fischiato al Monza per il colossale fallo di mano a braccio aperto di McKennie ci dissero che se la palla colpiva la patch del logo della Serie A cucita sul braccio questo era la prova che la palla aveva sbattuto sulla spalla e non sul braccio? Lo dissero davvero anche se le immagini mostravano inequivocabilmente McKennie che apriva il braccio ad angolo respingendo la palla praticamente all’altezza del gomito), credo che andare avanti a furia di balle colossali rifilate a ogni pie’ sospinto agli italiani, dicevo, ormai non si possa più fare.
E sarebbe il caso che a smettere di raccontare favole si mettesse anche il mondo dei media, tv in primis, perchè la narrazione dei fatti e dei misfatti del calcio italiano che stanno facendo DAZN in prima battuta e Sky in seconda (per chi se lo fosse perso, il teatrino tra l’allenatore del Como Fabregas che protestava per il rigore non concesso e l’ex juventino e opinionista-tv Marocchi, che lo diffidava dal nutrire e dall’esprimere “retropensieri” essendo Fabregas l’ultimo arrivato in quella cloaca a cielo aperto che continua ad essere la Serie A), per non parlare dei giornali sportivi e non solo sportivi, ha ormai raggiunto livelli di degrado non più tollerabili.
La notizia è che in Serie A i punti in classifica li stanno distribuendo gli arbitri. C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico. Non trovate?
Due pesi e tre misure! Certo che se Gatti fosse rimasto a Frosinone o avesse avuto un passaggio a una squadra meno prestigiosa chissa' quante "frittate" combinerebbe ogni domenica!
Fanno vomitare! Un plauso immenso ai dirigenti della squadra turca che hanno fatto abbandonare il campo ai giocatori.