Norvegia-Italia 3-0. Come volevasi dimostrare: siamo già con un piede fuori dal Mondiale, al massimo andremo ai playoff e non ci resta che farci il segno di croce
Chiudere il girone davanti alla Norvegia sembra impossibile; appaiarla con migliore differenza reti (-3 noi, +10 loro) altrettanto. Dopo il flop europeo siamo al 2° disastro firmato Gravina-Spalletti
Spero che i miei tanti abbonati che mi leggono quotidianamente, e anche i moltissimi iscritti che mi leggono più saltuariamente, siano contenti di me e del modo di lavorare che ho scelto: che non è dei più comodi, mi espone spesso a problemi, mi attira antipatie e a volte qualcosa di peggio ma questo è, e in ogni caso non ne conosco e non ne ho mai conosciuti altri. Ho fatto questa breve premessa, già conclusa, per dire che il ritorno in campo dell’Italia avvenuto ieri a Oslo contro la Norvegia nella prima partita degli azzurri nel girone di qualificazione al Mondiale 2026, poteva essere presentato in mille modi: come ha fatto la Gazzetta che ha titolato a nove colonne “Vai Italia”, come ha fatto Tuttosport che ha titolato a nove colonne “L’Italia chiamò”, come ha fatto il Corriere dello Sport che ha titolato a nove colonne “Siamo l’Italia” e come ho fatto io, che avrei naturalmente potuto accodarmi, mettermi in comfort zone e cavarmela con un “Dov’è la vittoria?” buono per tutte le stagioni ma che non avrebbe detto nulla e non avrebbe aiutato il lettore a inquadrare il tipo di partita cui la sera avrebbe assistito; e invece, avendo il massimo rispetto di chi mi segue e addirittura paga un abbonamento per leggermi ogni giorno, ho preferito titolare: “Stasera c'è Norvegia-Italia: accendiamo un cero alla Madonna, se gli azzurri perdono saremo già con un piede fuori anche dal Mondiale 2026”.
Poichè i lettori non sono addetti ai lavori, come i giornalisti, e non sono tenuti a sapere tutto delle cose del pallone, a conoscere le classifiche e i risvolti dei regolamenti, trovavo importante avvisarli che Norvegia-Italia non era una partita inaugurale come tante, ma era una partita già drammatica per la nostra nazionale: che in caso di sconfitta sarebbe finita subito con un piede fuori dal Mondiale 2026 e avrebbe precipitato il movimento nella paranoia più totale (abbiamo già fallito la qualificazione ai due ultimi Mondiali, Russia 2018 e Qatar 2022).
E poichè, anche se nessuno diceva niente, il quadro non era per niente roseo, avevo scritto: “Avendo floppato contro la Germania in Nations League, siamo finiti in un gruppo non a 4, ma a 5 squadre assieme a Norvegia, Estonia, Israele e Moldavia. La prima classificata andrà direttamente al Mondiale, la seconda dovrà passare dai playoff (e tutti ricordiamo com’è finita con la Svezia nel 2018 e con la Macedonia nel 2022). Ora, è del tutto evidente che il nostro rivale è la Norvegia di Haaland; che nel girone ha già giocato due partite, tutte e due in trasferta, vincendo 5-0 in Moldavia e 4-2 in Israele: ha segnato cioè 9 gol e ne ha subiti 2 con una differenza reti che oggi è di +7. Perchè lo dico? Lo dico perchè se Italia e Norvegia dovessero arrivare a pari punti in testa al girone, al Mondiale andrebbe la squadra con la migliore differenza reti; in caso di ulteriore parità, quella col maggior numero di gol segnati. E anche se nessuno vieta all’Italia di seppellire di gol tutti i suoi avversari, di sicuro la Norvegia è partita benissimo anche sotto questo aspetto. E sarà bene tenerlo presente. Come sarà bene tenere presente che la Norvegia, che non partecipa a un Mondiale dal 1998 (in Francia: fu proprio l’Italia a eliminarla agli ottavi di finale, 1-0 gol di Bobo Vieri), non è mai stata così forte come oggi, specie davanti dove dispone di tre attaccanti di primissimo livello come Haaland del Manchester City, Sorloth dell’Atletico Madrid e Odegaard dell’Arsenal. I norvegesi sono forti come non lo sono mai stati e soprattutto hanno fame di Mondiale, mancandovi da quasi trent’anni. Lasciarceli alle spalle non sarà per nulla facile”.
Ebbene: alle 20:45 Norvegia e Italia sono scese in campo; alla fine del primo tempo il risultato era 3-0 per la Norvegia; e al fischio finale il risultato era rimasto 3-0 per la Norvegia. E magari per i milioni di appassionati che hanno seguito la partita su RaiUno sarà stato uno shock, verso la fine del match, sentire dire da Rimedio e Adani che l’Italia rischia adesso di dover andare un’altra volta ai playoff che già due volte, prima con la Svezia, poi con la Macedonia, ci sono costati l’eliminazione: ma sicuramente tra questi non c’eravate voi che mi leggete ogni giorno, a cui avevo spiegato per filo e per segno l’estrema delicatezza della sfida di Oslo; e l’estrema preoccupazione che era necessario nutrire considerando le pietose condizioni in cui l’Italia si presentava all’impegno. “Dire che gli azzurri si presentino all’appuntamento (già decisivo) di stasera tirati a lucido di testa e di gambe sarebbe troppo - scrivevo -. L’Italia è volata a Oslo malconcia e rattoppata, oltre che depressa e demotivata nella rappresentanza interista reduce dal tracollo epocale col PSG in finale di Champions League. E nella migliore tradizione dell’era targata Gravina che ha visto persino un c.t., Mancini, fuggire in Arabia a Ferragosto lasciando la barca senza guida in mezzo al mare, è andata a Oslo travestita da Longobarda con un giocatore (Acerbi) che in polemica col c.t. ha bellamente disertato sottraendosi alla convocazione e nel fuggi fuggi di uno sciame di giocatori tornati alla base sventolando il certificato medico di non abili e non arruolabili”.
È andata peggio di ogni più pessimistica previsione. L’Italia sembrava la Moldova, la Norvegia sembrava l'Olanda di Cruijff, gli azzurri undici zombi e gli interisti Barella e Bastoni, com’era facile immaginare, sembravano due passanti fermati per strada e mandati in campo per fare numero. E naturalmente: nulla vieta che l’Italia al ritorno batta la Norvegia 4-0 e poi seppellisca di gol, a partire da lunedì a Reggio Emilia con la Moldova, tutti i suoi avversari, Israele e Estonia compresi, finendo in vetta alla classifica a pari punti con la Norvegia ma qualificandosi come prima per la migliore differenza reti. Per adesso i numeri dicono che abbiamo zero punti, la Norvegia ne ha 9, la nostra differenza reti è -3 e la differenza reti della Norvegia è +10. Se avete qualche motivo per sentirvi ottimisti, sono contento; io resto all’impressione comunicata nel titolo del pezzo di ieri: bisogna accendere un cero alla Madonna e sperare. Con un aiuto soprannaturale, magari, dopo 12 anni ce la facciamo a tornare a giocare un Mondiale. Fallire per la terza volta sarebbe un dramma: anche perchè Gravina non si dimetterebbe nemmeno questa volta, e quindi l’unico vantaggio verrebbe meno.
Per concludere, vi ricordo ancora una volta, per chi se li fosse persi, i titoli di presentazione di Norvegia-Italia apparsi sui tre quotidiani sportivi di ieri: “Vai Italia”, “l’Italia chiamò” e “Siamo l’Italia”.
Da Alice nel Paese delle Meraviglie è tutto, linea allo studio.
Oh come mi dispiace per il chiacchierone di Certaldo (ma qualcuno lo capisce quando parla? Personalmente ci ho rinunciato da tempo..) e quel lestofante salva brand di Gravina.
La cosa più inquietante è che se è vero che certe sconfitte, anzi certe debacle, spesso sono mali necessari per azzerare tutto, ricostruire e ripartire, così non è nel nostro meraviglioso mondo del pallone italico: qui da noi più sei incompetente e in malafede, più resti al tuo posto. E nessuno fiata, ci mancherebbe.
E io dovrei tifare questi qua? Ma neanche sotto tortura!
Forza Norvegia, tu sì che sei seria e giochi a calcio, son già curioso sin d'ora di vederti al prossimo mondiale.
Mi verrebbe da dire: ma dove vogliamo andare con questi?
Dopo le fantastiche partite tra Spagna e Francia e Portogallo- Germania questa sera mi è venuto lo sconforto a vedere questa partita, dopo il primo sarebbe stato meglio mischiare le squadre.