Paratici e i summit di mercato in sauna con Cherubini e Manna in accappatoio
Un breve stralcio dal libro "Juventopoli: scudetti falsati & altre storie poco edificanti", che ho scritto con Pistocchi, in uscita in libreria martedì 4 luglio: c'è da piangere, ma anche da ridere
(…) Non tutti lo sanno ma Fabio Paratici, piacentino di Borgonovo Val Tidone, alla Juventus dal 2010 al 2021 prima come direttore sportivo poi come direttore generale, da giovane è stato un calciatore; non un campione visto che ha militato al massimo in serie C. La sua carriera si srotola in modo assolutamente anonimo tra Piacenza (dove percorre tutto il settore giovanile in compagnia di Pippo Inzaghi), Palazzolo, Fiorenzuola, Pavia, Sassuolo, Marsala, Novara, Palermo, Lecco, Savoia, Giugliano e Brindisi; e con tutti i pestoni e i calcioni presi, piedi e caviglie devono evidentemente continuare a dargli problemi anche a distanza di anni. Dev’essere per questo che Paratici, dovendo fare continui summit di mercato con i suoi più stretti collaboratori alla Juventus, dà spesso appuntamento a Federico Cherubini, Giovanni Manna e Marco Storari nello studio del suo podologo di fiducia di Torino. Non proprio il massimo per i suoi sottoposti, ma a volte va anche peggio: per esempio quando il capo indice la riunione in sauna dove è d’obbligo presentarsi in divisa ufficiale, cioè accappatoio bianco con J nera sul petto, oppure dal barbiere.
Paratici è il dirigente bianconero deputato a presentarsi alle interviste-tv dei pre-partita e al suo capello brizzolato sempre in ordine non rinuncia: bucare il video nel calcio multimediale di oggi è importante. Penserete: state scherzando vero? No, non stiamo scherzando. A raccontare questi grotteschi e tuttavia autentici retroscena di meeting di mercato svolti in sauna o dal podologo, nel taccuino intitolato “Libro Nero FP” finito poi nelle mani della Guardia di Finanza, è il più stretto collaboratore del “direttore”, Federico Cherubini, divenuto d.s. quando Paratici, estromesso il suo mentore Marotta dal cuore di Agnelli grazie al jolly giocato con l’operazione-Ronaldo, da d.s. è diventato numero 1 dell’area sportiva della Juventus.
Il “Libro Nero FP” è un minuscolo libricino scritto a mano che sin dalla prima lettura si rivela manna dal cielo per gli inquirenti. Federico Cherubini, ritrovatosi in un mondo di squali lui di natura delfino, ha deciso di annotare sul quel piccolo librino tutti i comportamenti poco consoni e molto disdicevoli del suo superiore nella speranza di giungere un giorno a un confronto aperto per potergli contestare note alla mano, punto su punto, atteggiamenti e modus operandi che in alcun modo egli condivide. Giunto alla Juventus nel 2012, due anni dopo Paratici, lui pure su chiamata di Beppe Marotta, Cherubini soffre da subito i modi un po’ da bullo del capo che lo tratta come fosse il topo di campagna al cospetto del topo di città (si fa per dire: lui arriva da Foligno, Paratici da Borgonovo Val Tidone provincia di Piacenza). Umanamente parlando, Cherubini non ha di Paratici una grande stima; professionalmente, meno ancora. Pensa ad esempio che Paratici esageri da troppo tempo col ricorso alle plusvalenze fittizie, tutti quei giovani del vivaio ceduti a 8, 10, anche 20 milioni, ma se solo prova a intavolare il discorso viene subito zittito. E allora abbozza. E annota. “Mi sentivo che mi stavo vendendo l’anima - si sfoga in un’intercettazione a colloquio col dirigente amministrativo Stefano Bertola - perchè a un certo punto stavo facendo delle cose, ero complice: anche per una questione di ruolo dovevo dire a Fabio ‘non sono d’accordo’, ma poi lui diceva ‘si va, si va’. Gli dicevo ‘vedi di sistemare la cosa, togli i ragazzi, smettiamo di fare operazioni da 10 milioni sui nostri giocatori’, ma Paratici rispondeva ‘no ma figa non capisci un cazzo, tanto come facciamo da 4 facciamo da 10, non è un problema’ “.
E Cherubini abbassa il testone. Ma continua a prendere nota di tutto. “Non rispetta gli orari - scrive nel Libro Nero -, annulla di continuo gli incontri, fa riunioni in sauna, dal barbiere o dal podologo. E poi ci sono: piani disastrosi, acquisti senza senso e un utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali”. Che danno “un beneficio immediato” ma ti obbligano a un “carico di ammortamenti” che paghi negli anni successivi. “Giudizi e valutazioni cambiano ogni giorno - scrive -. Piano recupero bilancio disastroso: - forma + sostanza”. “Acquisti senza senso” e investimenti “fuori portata (Kulusevski?), per non parlare della “distruzione di una generazione: Kean, Spinazzola, Audero”. Con una domanda finale che rivolge a tutti e a nessuno, o forse indirizza a se stesso: “Come siamo arrivati qui?”
(…) Che Paratici stesse cominciando a perdere il senso della realtà e a comportarsi come se avesse acquisito una sorta di onnipotenza dopo aver conquistato il cuore del Re Andrea Agnelli grazie all’operazione Ronaldo lo si era visto fin da subito. Nel “Libro Nero FP” Cherubini lo aveva fatto capire. “Se si svegliava la mattina e c’aveva il mal di testa o beveva un bicchiere poteva firmare per 20 milioni senza dirlo a nessuno - dice di Paratici intercettato in uno sfogo con Stefano Bertola -. Fabio ha drogato il mercato. Noi alle prime riunioni di marzo si parlava di fare 300 milioni di quelli (intende le plusvalenze, ndr), io ti giuro che ci ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci”. Con la benedizione di Agnelli, il nuovo direttore generale della Juventus sembra caduto in una sorte di delirio di onnipotenza che lo fa sentire invincibile, infallibile, intoccabile, il Supereroe Paratix. È lui stesso a darne dimostrazione in numerose intercettazioni o testimonianze che lo riguardano. Una è la deposizione di Leonardo Bonucci interrogato dai PM sul filone d’inchiesta “manovre stipendi” di cui ci occuperemo a breve. È la primavera del 2021 e Paratici cerca di convincere il vice capitano ad aderire anche alla seconda manovra, dopo quella varata nella primavera 2020, per aiutare il club a salvare un bilancio che fa acqua da tutte le parti. Come per l’anno precedente, si tratta di fingere la rinuncia a 4 stipendi con la garanzia scritta di averli in restituzione nella stagione successiva. Bonucci si mostra perplesso: un conto è sentirselo chiedere nella stagione della pandemia Covid, anche se tutti sanno che è una scusa, un conto è sentirselo dire adesso nel bel mezzo di una stagione che procede nella più totale regolarità e tranquillità. Ai PM il giocatore racconta: “Gli ho detto: scusa Fabio, io mi fido di te ma se poi arriva un altro?”. E Paratici: “Leo, la Juventus è quotata in borsa, è della famiglia Agnelli, vuoi che succeda il finimondo per due stipendi?”. Beh, a dire il vero qualcosina è successo.
Quello che colpisce in Paratici è il senso d’impunità che trasuda in lui da ogni poro. Già ai tempi dell’inchiesta per l’esame farsa di Suarez in cui lui e la Juventus sono precipitati per puro caso - con la Procura di Perugia che indaga per altri motivi l’Università per Stranieri ma intercetta le telefonate dei dirigenti juventini che hanno fretta di ottenere per il giocatore una sessione d’esame che gli consenta di avere la cittadinanza italiana a scopo tesseramento -, il d.g. juventino preme per fissare un appuntamento urgente con la prefettura di Perugia per avere informazioni più precise sull’iter da seguire. Maurizio Lombardo, all’epoca segretario generale bianconero, gli dice che “la prefettura ha confermato che oggi non mi poteva ricevere: Dina sta cercando di fissare per domani mattina”. Al che Paratici esclama: “Cazzo, siamo la Juve e non ci riceve la prefettura!”. Avete presente il Marchese del Grillo, “Io so’ io e voi non siete un cazzo”?. Ecco. E però Paratici, anzi Paratix va capito: lui è una celebrità e un po’ di deferenza da parte delle istituzioni gli è dovuta. E non stiamo scherzando. La conferma arriva dal direttore generale dell’Università per Stranieri di Perugia, Simone Olivieri, che parlando al telefono con una dipendente racconta quel che sta succedendo: “Ieri al telefono: ‘sono Fabio Paratici’. È il direttore sportivo della Juventus. Io lo stavo per mandà affanculo… cioè, Paratici è più famoso di Mattarella! È il direttore sportivo più potente al mondo. E praticamente niente, devo dare una mano a far passare l’esame di lingua italiana a Suarez” (…)
(estratto dal libro “Juventopoli” in uscita in tutte le librerie martedì 4 luglio a 18,90 euro, acquistabile online su Amazon; in vendita anche in formato eBook a 9,99 euro)
Si ride per non piangere..e poi le squalifiche per i dirigenti non servono a nulla. Figuriamoci se Paratici e gli altri non continua a fare telefonate/brigare etc. (come Ziliani tra l'altro scriveva qualche articolo fa..)
Perdonami Paolo, ma il 30 giugno non doveva essere la data limite entro cui l’Uefa doveva infliggere l’esclusione dei ricettatori di Torino dalle competizioni europee? Io sto attendendo con trepidazione.
Un grande plauso per il lavoro che fai ad ogni modo.