Real Madrid-Borussia Dortmund, padroni contro servitù. Come 27 anni fa, con la Juve al posto del Real. Quando Davide battè Golia
È rimasto nella storia l'incredibile trionfo del Borussia zeppo di scarti juventini e di scarti di Serie A contro la corazzata Juventus nel 1997. Il racconto di quella notte e la speranza di un bis
Per lunghi giorni i media italiani di allora - parliamo di 27 anni fa - la descrissero e la presentarono come la finale tra il club fiore all’occhiello del calcio italiano, e cioè la Juventus campione d’Europa in carica (aveva vinto la Champions l’anno prima a Roma contro l’Ajax ai calci di rigore) e fresca vincitrice dello scudetto davanti al Parma di Ancelotti, e il club che raccoglieva invece i rifiuti anche un po’ stantii del calcio italiano e in particolare - ironia del caso - proprio della Juventus: e cioè il Borussia Dortmund, squadra allenata da Ottmar Hitzfeld, un club che mai nella sua storia era giunto a disputare una finale di Coppa dei Campioni e che in Bundesliga si era piazzato terzo a ragguardevole distanza dal Bayern campione. E sì, senza timore di esagerare si può dire che i media di casa nostra tratteggiarono e dipinsero la finale di Champions 96-97, in programma a Monaco il 28 maggio, come una sfida tra padroni e servitù: chi vive ai piani alti, nobili, e chi nel sottoscala e scatta sull’attenti ad ogni suono del campanello. Tra la rosa di giocatori a disposizione di Marcello Lippi, che solo nei ruoli d’attacco poteva disporre di Bobo Vieri, Del Piero, Boksic, Amoruso e Padovano (e parlo di Vieri e Del Piero giovani e nel pieno della loro esplosione), e la rosa a disposizione di Hitzfeld c’era un abisso: una squadra, quella tedesca, piena zeppa di trentenni e ultratrentenni molti dei quali, come detto, cavalli di ritorno un po’ imbolsiti del campionato italiano.
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