Ricordate i Milan di Sacchi e di Capello? Erano agli antipodi ma entrambi vincenti. E insomma, se la storia si ripetesse con i Napoli di Spalletti e Conte?
L'Inter resta sempre la favorita, ma il Napoli ha giocato in casa di Juventus, Milan e Inter strappando 5 punti: è il caso di fare attenzione. I miracoli di Lazio e Fiorentina e lo sfacelo arbitrale
Gli appassionati di calcio più giovani non possono saperlo e i meno giovani forse non lo ricordano nemmeno: ma quando agli inizi degli anni 90 Arrigo Sacchi chiuse il suo quadriennio d’oro sulla panchina del Milan che aveva portato in cima al mondo (e non è un modo di dire) e Berlusconi decise di affidare la squadra a Fabio Capello, successe che il Milan, un anno, vinse lo scudetto segnando sapete quanti gol? Tenetevi forte: 36. Il che significa che essendo il campionato di allora a 18 squadre e giocandosi su 34 giornate, il Milan conquistò il titolo segnando una media di 1.05 gol a partita. Avete capito bene: uno virgola zero cinque. Correva l’anno, anzi, la stagione 1993-94 e il Milan di Capello, non proprio la fotocopia del Milan di Sacchi, vinse nove partite per 1-0, cinque per 2-1, per otto volte pareggiò 0-0 e senza mai mandare i suoi tifosi in deliquio fece comunque il suo dovere: conquistò lo scudetto con 3 punti di vantaggio sulla Juventus (che di gol ne aveva segnati 58) e palla al centro. Alla fine, inutile dirlo, con grande gioia di tutti i suoi tifosi. Per completezza di discorso: a partire dal 1991-92, stagione del passaggio di testimone tra Sacchi e Capello, il Milan vinse 4 campionati su 5; senza mai lasciare a bocca aperta i suoi tifosi come accadeva al Milan di Sacchi, ma mostrandosi “diversamente superiore”. I nostalgici di Arrigo storcevano forse un po’ la bocca, ma tutto finiva lì.
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