Stasera c'è Norvegia-Italia: accendiamo un cero alla Madonna, se gli azzurri perdono saremo già con un piede fuori anche dal Mondiale 2026
Dopo le brucianti esclusioni del 2018 e 2022 targate Tavecchio-Ventura e Gravina-Mancini, lo spettro di Haaland aleggia sinistro sulla testa di Spalletti: la sfida di stasera a Oslo è già decisiva
Non l’ha notato nessuno, ma lo tsunami che si è abbattuto sull’Inter, il tornado che ha travolto la Juventus e la burrasca che da un anno imperversa in casa Milan hanno fatto un enorme favore - calamitando l’attenzione di addetti ai lavori, sportivi e tifosi - a un’entità che al confronto di questi club sta messa infinitamente peggio: e se pensate a un club di calcio, ma non riuscite a immaginare di chi stia parlando, vi tolgo subito dall’impaccio. La grandinata di guai che si è scatenata in questi giorni sulla testa delle “strisciate”, per dirla con i tifosi di Napoli, Roma, Lazio, Bologna e Fiorentina da sempre insofferenti verso lo strapotere dei tre squadroni tanto cari al Palazzo, è stata manna dal cielo, ebbene sì, proprio per il club Italia: la nazionale azzurra che non partecipa al campionato di Serie A, ma che un suo campionato lo gioca da quasi un secolo (il primo Mondiale per nazionali, vinto dall’Uruguay, fu giocato nel 1930) e per molto tempo lo ha fatto distinguendosi; se il Brasile è stato il Real Madrid delle nazionali con 5 titoli mondiali vinti, l’Italia è il competitor che dopo di lui ha fatto meglio (assieme alla Germania) conquistando 4 titoli, uno più dell’Argentina, due più della Francia e dell’Uruguay, tre più della Spagna.
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