PALLA AVVELENATA di Paolo Ziliani

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Storia di Borghi, il "Picasso del calcio" pupillo di Berlusconi che nell'87 finì al Como a fare la riserva a Notaristefano

Storia di Borghi, il "Picasso del calcio" pupillo di Berlusconi che nell'87 finì al Como a fare la riserva a Notaristefano

Nel 4° anno del quinquennio d'oro del Como in Serie A (87-88), il Milan ingaggiò il campione dell'Argentinos Junior parcheggiandolo a Como causa tetto dei 2 stranieri: fu un disastro su tutta la linea

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Paolo Ziliani
mag 15, 2024
∙ A pagamento
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Storia di Borghi, il "Picasso del calcio" pupillo di Berlusconi che nell'87 finì al Como a fare la riserva a Notaristefano
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Pochi lo ricordano, ma quando il Milan di Berlusconi, che aveva appena ingaggiato via Parma (serie B) l’allenatore Arrigo Sacchi sostituendo i due stranieri inglesi (Wilkins e Hateley) con due giovani stranieri olandesi (Gullit e Van Basten), si trovò alle prese - nell’estate dell’87 - col problema legato all’ingaggio di un terzo straniero, il 22enne argentino Claudio Daniel Borghi che aveva fatto innamorare il mondo con la strepitosa finale di Coppa Intercontinentale persa ai rigori dall’Argentinos Junior contro la Juventus nel dicembre 1985 (“Borghi è il Picasso del calcio” disse di lui nientemeno che Michel Platini, che a Tokio se l’era trovato di fronte), ma che non poteva essere tesserato dal Milan perchè gli stranieri ammessi in serie A a quel tempo erano solo due per squadra, la soluzione che venne trovata - a dispetto della proposta avanzata da Mantovani di ospitare l’asso argentino alla Samp di Vialli e Mancini, richiesta che Berlusconi rifiutò non volendo correre il rischio di rafforzare una rivale per lo scudetto - fu di “parcheggiare” per un anno Borghi al Como. Como che si apprestava a disputare la sua quarta stagione consecutiva in serie A e che dopo Bianchi (volato al Napoli), Marchesi (passato alla Juventus) e Mondonico (ingaggiato dall’Atalanta) per la quarta volta cambiava guida tecnica affidandosi ad Aldo Agroppi, reduce da un buon 5° posto a Firenze sia pure al termine di una stagione resa burrascosa da continui dissapori con i tifosi. Anche se il Como era reduce da tre stagioni più che positive, addirittura con una finale di Coppa Italia sfiorata e andata in fumo per il lancio di un oggetto in testa all’arbitro con conseguente perdita della partita per 2-0 a tavolino, il club lariano sembrava una cornice inadeguata per l’esposizione di un fuoriclasse come Borghi: che il Milan aveva fatto giocare a giugno nel Mundialito per club (vinto dai rossoneri) in cui Borghi era stato premiato come miglior calciatore del torneo giocando contro Porto (2-0), PSG (1-0), Inter (0-0) e Barcellona (1-0).

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