Un mese dopo la bufera Simone Inzaghi, quello del "calcio vecchio" che ha pareggiato col Real e battuto il City, è in corsa con l'Al Hilal al Mondiale mentre Inter e Juventus sono già a casa
La Gazzetta ci aveva raccontato che l'Inter perdeva un allenatore mediocre e specialista in insuccessi in serie: sorge però il dubbio che quello bravo, più che Marotta o i giocatori, fosse invece lui
Dunque, riannodando i fili andati un po’ persi dopo la bufera di inizio giugno, dov’eravamo rimasti? A proposito di Simone Inzaghi, intendo. Cioè dell’allenatore che dopo la decisione - presa in accordo con la società - di separarsi dall’Inter dopo quattro stagioni culminate con uno scudetto (quello della seconda stella), due Coppe Italia, tre Supercoppe italiane e due finali di Champions (perse), non proprio noccioline, la Gazzetta dello Sport aveva congedato con una serie di articoli non propriamente lusinghieri ben riassunti dal titolo di un pezzo fra i tanti: “Due scudetti buttati, l’umiliazione di Monaco, un calcio vecchio: Inzaghi poteva fare di più”. Il che è vero naturalmente: qual è l’allenatore, o meglio il professionista che in qualunque campo agisca non potrebbe con più attenzione, più dedizione e magari più fortuna fare di più? Tutti possono fare meglio. Anche i giornalisti. Persino quelli della Gazzetta.
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