Attenzione, l'Italia con la Moldova non ha vinto 2-0: ha perso 0-3 per via dei tre gol in meno segnati rispetto alla Norvegia. Che ormai ha la certezza di andare al Mondiale come prima classificata
Anche ammettendo che l'Italia vinca tutte le prossime partite, quando il 16 novembre sfiderà la Norvegia dovrà batterla e farlo con 7 o 8 gol di scarto: prepariamoci ai playoff e recitiamo un rosario
Se è vero che la qualificazione diretta ai Mondiali ce la stiamo giocando con la Norvegia, e che quindi è al confronto con la nazionale di Haaland che dobbiamo guardare, la notizia - che tutti si guardano bene dal dare, forse perchè nemmeno la intuiscono - è che il 2-0 di stasera con la Moldova non è stato una vittoria, ma una sconfitta. È stato una sconfitta nel campionato che conta, quello che giochiamo a due con la Norvegia: che la Moldova l’aveva battuta 5-0, per di più fuori casa. Ora, anche ammettendo che l’Italia a novembre riesca a concludere il girone a pari punti (ma sarà indispensabile battere la Norvegia nel match di ritorno), sarà la differenza reti a quel punto a stabilire chi sarà primo e andrà al Mondiale e chi sarà secondo e andrà alla roulette russa dei playoff. E quindi in questo girone di qualificazione sono due i risultati che in ogni partita bisogna ottenere; occorre vincere e occorre farlo segnando il maggior numero di gol possibile. Morale della favola: se l’Italia ha sconfitto la Moldova con 2 gol di scarto e la Norvegia l’aveva sconfitta con 5 gol di scarto, l’Italia stasera ha a tutti gli effetti perso la partita. Quella con la Norvegia, che è la sola partita che conta: 3-0 anche questa, esattamente come quella di venerdì a Oslo.
Dopo 4 partite la Norvegia ha 12 punti (le ha vinte tutte) e una differenza reti di +11; dopo 2 partite l’Italia ha 3 punti (ne ha vinta una e ne ha persa una) e una differenza reti di -1. Ci sono cioè 9 punti e 12 gol di differenza a favore di Haaland & company ed è vero che abbiamo due partite da recuperare, ma siccome le goleade non le facevamo nemmeno ai tempi di Riva e Boninsegna, pensare di farle con Retegui e Raspadori è da illusi. Insomma: tutto andando bene, e dando per scontato che batteremo Israele e Estonia così come ha fatto la Norvegia, potremmo trovarci il 16 novembre a sfidare Haaland, Odegaard e Nusa nel match conclusivo (e decisivo) con l’imperativo di batterli per raggiungerli al primo posto in classifica (e fin qui potremmo anche sperare di farcela) ma di doverli battere con 6, 7 o 8 gol di scarto per superarli nella differenza reti; e va bene che nella vita tutto è possibile, qui però entriamo direttamente nei territori della fantascienza.
E quindi, dicendo le cose come stanno: stasera l’Italia ha battuto 2-0 la Moldova (e preso 3 punti in classifica) e ha perso 0-3 con la Norvegia (nel conto della differenza reti, decisiva in caso di primo posto ex aequo); Norvegia contro cui abbiamo appena perso 0-3 sia per punti sia per differenza reti. Per la cronaca: la Norvegia ha vinto con 2 gol di scarto con Israele (che giocava in casa) e con 1 gol di scarto stasera con l’Estonia (che giocava in casa). A parte l’Italia, ha affrontato tutti gli avversari fuori casa, vincendo sempre e con un +8 gol in differenza reti; ora li affronterà tutti in casa e c’è da scommettere che si ripeterà, forse addirittura migliorandosi.
A meno di terremoti, cioè di clamorosi passi falsi interni contro Israele, Moldova e Estonia, la Norvegia arriverà all’ultima sfida in Italia con 21 punti e a punteggio pieno. L’Italia vincendo sempre potrebbe arrivarci a quota 18. Se così sarà, per andare al Mondiale dovremo battere la Norvegia 7-0 o 8-1 o una cosa così.
Da Gravinaland è tutto, linea al CONI e al Ministero dello Sport (sempre che ci sia qualcuno in ascolto).
...and Carraro is coming ...
il giornalismo nazional-popolare parla e scrive con il senno di poi, continua ad omettere una verità lampante, non cogliendo nemmeno una contraddizione nella governance federale, in sintesi, chiunque prenda il posto da CT anche il più bravo al mondo, avendo alle spalle una FIGC di infimo livello non otterrebbe risultati sportivi degni di una nazionale con il brand, quel brand tutelato dalla stessa FIGC per alcuni club di serie A, ma stranamente incapace di tutelarlo per la nazionale italiana tra le 5 più titolate al mondo.
Quindi, auguro buona fortuna al nuovo CT che dovrà ricostruire il "brand" dalle macerie prodotte dall'inettitudine di alcune persone che imperversano da troppi anni nelle istituzioni calcistiche, per i quali nessuno chiede con fermezza di rassegnare le dimissioni per gli evidenti danni commessi.