I mille misteri del doping di Pogba: positivo dopo una partita nemmeno giocata, finito con la Juve che festeggia un "affare" (cit. Gazzetta)
Dopo 6 mesi di silenzio Paul torna a parlare e giura di non avere mai imbrogliato. Davvero è stato così cretino da chiudere la carriera a 30 anni? Al caso avevo dedicato alcuni articoli: qui il primo
Non è un caso, io credo, che il primo articolo postato oggi da Gazzetta.it subito dopo il pezzo che annunciava la notizia della squalifica di 4 anni inflitta dal Tribunale Nazionale Antidoping a Paul Pogba sia stato questo:
Avete letto bene. La notizia è appena arrivata con i primi lanci di agenzia e la Gazzetta già parla della squalifica di Pogba che diventa un “affare” e viene salutata alla Continassa, si presume, con brindisi a champagne visto che la Juventus ha ora il destro per rescindere il folle contratto (12 milioni lordi a stagione fino al 2026) con cui Agnelli e Arrivabene avevano legato il francese al club bianconero, e viceversa, riportando Pogba a Torino a parametro zero dopo le sei stagioni pressoché disastrose vissute da Paul al Manchester United, stagioni disseminate di polemiche, litigi, degradazioni sul campo e soprattutto da infortuni in serie che avevano portato il nazionale francese, negli ultimi due anni, a passare più tempo in infermeria che sul campo d’allenamento. La cosa che più aveva impressionato, dal giorno in cui fu resa nota la positività di Pogba al testosterone dopo un controllo effettuato il 20 agosto al termine di Udinese-Juventus in cui lui non era nemmeno sceso in campo, era stato il silenzio tombale che il giocatore, che a marzo compirà 31 anni, si era imposto, probabilmente in tal senso consigliato dal suo manager Rafaela Pimenta erede della procura dello scomparso Mino Raiola.
Oggi, di fronte alla mazzata di una squalifica che chiude di fatto la sua carriera (a Pogba resta solo la carta del ricorso al TAS di Losanna) facendogli appendere le scarpe al chiodo a 30 anni, l’ex idolo del popolo bianconero è finalmente tornato a parlare rendendo chiari due concetti: 1) di non aver parlato prima perchè impedito da “restrizioni legali”; 2) di non avere mai assunto sostanze o integratori proibiti e di non avere mai imbrogliato “altri atleti e tifosi di nessuna delle squadre per cui ho giocato o contro”.
Detto che non c’è calciatore risultato positivo al doping che abbia mai detto “Ma certo, è vero, mi dopavo e lo facevo consapevolmente” (e anche Pogba non sfugge alla regola), siamo però qui di fronte al caso di un giocatore di altissimo livello, che ha trascorso l’intera carriera in club e nazionali di primissima fascia (Juventus, Manchester United, nazionale francese con cui è diventato campione del mondo) a contatto con staff medici di assoluta eccellenza, perfettamente a conoscenza di ogni risvolto delle problematiche medico-sportive anche per via delle sue molte vicissitudini, un giocatore che godeva grazie al Decreto Crescita di uno stipendio di 10 milioni netti l’anno e che di colpo ha gettato tutto alle ortiche assumendo testosterone, non si sa bene perchè, mentre ancora era in faticosa via di recupero e di nascosto dal controllo dello staff medico juventino.
Che ci sia qualcosa di poco chiaro e poco convincente in tutta questa balorda storia (o sporca storia?) è abbastanza evidente. Personalmente sono curioso di vedere se Pogba, dopo le prime esternazioni di oggi, dirà qualcosa di più: e intendo di più particolare e di meno generico. Alla “telenovela Pogba”, che oggi ha sfogliato la pagina più attesa e dolorosa, avevo dedicato a metà settembre un lungo approfondimento, in tre puntate, proprio nei giorni dell’esplosione dello scandalo. Nel caso non l’abbiate letto, e sempre che vi interessi, lo ripropongo oggi in lettura a tutti. Quella che segue è la prima puntata.
Ero sicuro. Una volta che nonostante un caso da punire riguardasse un giocatore della juve, ma che per doping la società del giocatore che assume sostanze non concesse, non ha responsabilità, si applica il massimo della pena prevista ( al giocatore ). Cosi facciamo risparmiare alla società milioni di euro che avrebbe dovuto dare a pogba come da contratto. Invece per il caso Fagioli dove era prevista se provato responsabilità della società e allenatore se a conoscenza, il minimo della pena. Anzi per premio nonostante mesi di squalifica gli si rinnova il contratto con aumento. Forse per riconoscenza per non aver parlato. La condanna di pogba è manna dal cielo per la juventus.
A me la cosa che meraviglia è il silenzio di Pogba e del suo entourage.
Cioè rischia di finire la carriera e tranne le frasi di circostanza dette oggi, in tutto questo tempo mai una parola... Sta cosa è troppo strana.