Il capolavoro di Ibra & C.: stanno cercando di liberarsi di tutti gli acquisti (Fofana escluso) fatti in estate. Se avessero un minimo di dignità, il 4 febbraio si dimetterebbero
Prima l'esonero di Fonseca manco fosse colpevole di sprecare il talento dei campioni ingaggiati in estate; ora il dietro-front su tutte le scelte compiute, da Morata a Emerson Royal. Siamo al ridicolo
Essendo a tutti gli effetti degli “scappati di casa”, personaggi cioè totalmente inadatti al ruolo che ricoprono, è possibile che lo stiano facendo senza rendersene conto: ma la verità è che in questi giorni la corte dei miracoli allestita al Milan da Gerry Cardinale, ossia la compagnia di giro composta dai dirigenti Zlatan Ibrahimovic, Giorgio Furlani, Geoffrey Moncada e - pur nella sua marginalità e ininfluenza - Paolo Scaroni, sta erigendo con le proprie mani e davanti agli occhi di tutti un gigantesco monumento alla propria inettitudine. Anche se la cosa non è chiara ai più, in queste febbrili ultime ore di calciomercato invernale sta succedendo che i nostri eroi si stanno dando dei fessi, degli incapaci e degli incompetenti da soli dopo che per sei mesi i tifosi del Milan e chiunque mastichi un po’ di calcio li aveva bollati, per l’appunto, per fessi, incapaci e incompetenti ferendone la suscettibilità e provocando la loro ira funesta. Un po’ come Antonio Conte quando interrogato dai magistrati pugliesi sulle partite vendute sotto il suo naso dai giocatori del Bari (“Possibile che lei non si sia mai accorto di niente?”, gli domandarono), rispose: “La verità è che sono un coglione”. Ecco: Conte se ne diceva consapevole, Ibra & company invece ancora non sembrano averne preso atto. Ma così è.
Vi chiederete: che cosa stanno combinando i nostri eroi? È presto detto: stanno sfasciando, letteralmente sfasciando la loro imbarazzante campagna-acquisti estiva che a cominciare dalla scelta dell’allenatore aveva lasciato ai tempi tutti perplessi, per non dire sbigottiti, ma che loro, i “Cardinale’s boys”, avevano spacciato per l’ottava meraviglia del mondo assicurando sull’eccellenza dei calciatori ingaggiati che unita alla superiore maestria del nuovo allenatore avrebbe fatto del Milan un club “dominante” in Italia e nel mondo. Ebbene, a metà cammino il Milan si trova oggi 7° in classifica a pari punti col Bologna, reduce da un naufragio in Europa che ha comportato la perdita di un forziere con 20 milioni di euro già pronti per essere chiusi in cassaforte e con un nuovo comandante in tolda (Conceiçao) dopo che il vecchio (Fonseca), ritenuto colpevole di aver smarrito la rotta del “Milan dominante”, è stato fatto scendere e abbandonato sul primo isolotto buono per lo scarico merci (avariate).
Con Fonseca scaricato come un cane in autostrada il messaggio era chiaro: abbiamo dato al comandante la miglior ciurma possibile, la nave per colpa sua sta andando alla deriva, ci scusiamo per la scelta compiuta e cambiamo comandante.
Invece è passato un mese e sapete cosa sta accadendo? Sta accadendo che i nostri eroi stanno provando a vendere, o quantomeno stanno cercando di disfarsi di tutti i giocatori comprati in estate e presentati al colto e all’inclita come fossero fenomeni. Non ne abbiamo azzeccata una, è quel che nei fatti stanno dicendo.
Stanno cercando di liberarsi di Morata dopo essersi accorti, com’era chiaro a tutti tranne che a loro, che il Milan dopo aver perso Giroud aveva bisogno di un goleador come del pane e invece Morata come goleador era (ed è) una pippa: una pippa di 32 anni dall’ingaggio altissimo, una vera farsa come centravanti visto che in partita trascorre tutto il tempo a rincorrere gli avversari fin dentro l’area del Milan mentre in area avversaria non mette mai il naso.
Stavano cercando di scaricare Emerson Royal, terzino destro comprato a peso d’oro dal Tottenham (15 milioni più 3 di bonus), un pippone di difensore che non sa nè difendere nè attaccare: che come Morata stava per essere recapitato in Turchia se non fosse che un infortunio patito al pronti-via di Milan-Girona - tragedia nella tragedia - lo ha spedito in infermeria bloccandolo a Milanello per chissà quanto tempo ancora.
Stavano cercando di sbarazzarsi di Pavlovic, il centrale difensivo presentato come il nuovo Stam (e che invece non era Stam, ma era Pavlovic), che però ha fatto loro presente di non essere un burattino che puoi muovere da Salisburgo a Milano a Istanbul semplicemente cambiando l’indirizzo-destinatario come si fa per un pacco postale.
Sarebbero lieti di togliersi dai piedi Abraham, che pur giocando più avanzato di Morata riesce a segnare meno gol di Morata, e invece devono portare pazienza: essendo l’inglese stato preso in prestito secco dalla Roma all’ultimo giorno del mercato d’agosto in cambio del prestito secco di Saelemaekers, che Fonseca per la sua utilità e duttitilità aveva chiesto di poter tenere con sè, ed essendosi rivelato non solo inutile per i gol che non realizza ma addirittura dannoso per aver comportato l’esclusione dalla lista UEFA di Jovic, che nel suo piccolo come bomber vale Abraham e Morata messi assieme, per tutti questi motivi - dicevo - per buttare a mare Abraham i nostri eroi dovranno aspettare il 30 giugno.
E siccome, come dice il proverbio, l’eccezione non fa la regola, tra tutti gli acquisti falliti uno che per quanto incredibile possa sembrare è riuscito c’è: quello di Fofana, il mediano di cui nessuno pensa di sbarazzarsi soprattutto dopo la “marcatura” (riuscita) fatta dal giocatore su Conceiçao che alla fine di Milan-Parma stava scagliandosi sul povero Calabria pronto a mettergli le mani addosso. Non fosse stato per Fofana, che l’ha impedito, adesso la premiata ditta “Ibra & company” sarebbe alla ricerca del terzo allenatore stagionale. Insomma, ogni tanto per la legge dei grandi numeri una ciambella riesce col buco. Persino a Ibra & company.
E insomma, ricapitolando, erano stati 5 in estate gli acquisti che a detta dei “Cardinale’s boys” avrebbero trasformato il Milan in uno squadrone invincibile: Morata, Emerson Royal, Pavlovic, Abraham e Fofana. Tolto Fofana, il Milan li ha rimessi tutti subito in vendita: anche se il vero problema è trovare qualcuno disposto ad accollarseli. E a questo proposito, alzi la mano chi ha dimenticato quale fu la motivazione con cui Cardinale e i suoi scagnozzi misero alla porta Paolo Maldini nell’estate 2023: aver sbagliato il mercato scialacquando soldi per l’acquisto di De Ketelaere e per lo stipendio di Origi (ingaggiato a parametro zero dal Liverpool). Ebbene sì, parliamo di De Ketelaere, che il club ha rivenduto all’Atalanta senza rimetterci una lira e che non era certo il bidone che tutti avevano creduto (più che Maldini, forse il granchio l’aveva preso Pioli); e parliamo di Origi, flop vero, sì, ma costato come detto zero centesimi.
Morata è costato invece 13 milioni di clausola rescissoria più un super stipendio; Emerson Royal 15 milioni più 3 di bonus; Pavlovic 19 milioni più 2 di bonus; Abraham la rinuncia (tecnicamente deleteria) a Saelemaekers. Discorso sportivo a parte, sono 50 milioni buttati letteralmente alle ortiche. Il cui spreco è stato ufficializzato in tutte le salse, in questi giorni, proprio dal tentativo in atto da parte della dirigenza del Milan di gettare a mare l’ingombrante e inutile zavorra con cui i dirigenti stessi avevano appesantito la nave.
Se i signori Ibrahimovic, Furlani, Moncada e Scaroni avessero un minimo di dignità e di senso di responsabilità, martedì 4 febbraio, all’indomani della chiusura del mercato, rassegnerebbero compatti le dimissioni. Che siano riusciti a liberarsi di Morata, Emerson, Pavlovic e Abraham o non ci siano riusciti non importa. È la “legge Maldini”: dopotutto, l’hanno inventata loro.
Complimenti, ho una stima per te che è immensa. Sei l’unico giornalista che non fa sconti a nessuno e dice le cose come stanno . Chalpeau da milanista
La cosa sconcertante, a mio avviso, nn è solo che stai svendendo tutti i nuovi acquisti, ma che sono bastati 6 mesi x fartelo capire.
Mi spiego, se investì soldi su un giocatore è perché credi in lui e pensi possa essere utile alla squadra, e sappiamo tutti che nn tutti i giocatori (essendo umani e nn robot) si riescono ad inserire e a dare il massimo da subito, però se dopo sei mesi già li vuoi dare via allora il danno è doppio, perché vuol dire che la dirigenza è la prima a nn credere nelle proprie strategie di mercato (basta vedere la storia recente di Tonali e De Ketelare che dopo i primi anni incerti sono sbocciati)