Dopo Zuccalà, Galeazzi, Bubba, Necco, Giannini e Carino se n'è andato anche Vasino il paladino del Nord in perenne lotta contro il sudista Necco. Prossimamente i miei articoli scritti ai tempi d'oro
90° era un appuntamento immancabile per i personaggi che lo animavano parlando del "pallone" domenicale tra il serio e faceto senza mai trascendere verbalmente; altri tempi altri uomini/giornalisti di cui oggi se ne sente la mancanza.
Mamma mia quanti ricordi hai fatto riemergere caro Paolo...
In effetti erano protagonisti essi stessi della Domenica sportiva (ancora si giocavano tutte le partite alle 15 in questo giorno... sigh!) e non potevi immaginare il calcio senza 90° minuto.
Grazie per questa "lettura" diversa di una trasmissione "cult" a tutti gli effetti.
Negli anni novanta ero poco più di un bambino, ma mi ricordo perfettamente le domeniche pomeriggio passate con i miei amici nel bar del mio quartiere ad aspettare 90minuto.
Appena iniziava la sigla, (della mitica tromba) tutti, grandi e piccoli vedevano in religioso silenzio.
Hai parlato di un’era dove solo le voci degli inviati .. riportano a ricordi mai sopiti ma nascosti ai più. Un’era d’oro, dove la magia del calcio era trascorrere al bar in attesa dei collegamenti dai campi. Un altro secolo, un’altra era.
Come i giocatori e gli spettatori, erano giornalisti divertenti, appassionati e galantuomini. Torneranno quando il calcio italiano tornerà, ormai molto presto, ad ammettere non oltre 3 stranieri per squadra. Un abbraccio e grazie per il tuo bellissimo giornale online, Paolo.
Paolo Valenti era una persona estremamente cortese e disponibile. Aveva una casa in Nevegal (frazione di Belluno) dove passava le estati, e noi ragazzini andavamo a chiedergli di questo e di quello. Non ci ha mai fatto pesare la nostra curiosità
Era un'epoca d'oro, dove il calcio veniva raccontato senza strilli ed urli, ma solo con il filtro degli inviati (che poi non erano inviati, ma lavoravano nelle varie sedi regionali) che si sforzavano di apparire neutrali nei loro commenti, ma si capiva benissimo che erano più che di parte. L'unico che rimase sempre neutrale fino in fondo fu proprio Paolo Valenti, che si scoprì solo dopo la sua morte essere un tifoso della Fiorentina.
Ho letto e mi sono commosso letteralmente, parla di parte della storia di chi ama il calcio,parla del nostro vissuto,e pure del perché continuiamo ad amare il calcio nonostante tutto.
Non conoscevo questa sua rubrica,l'avrei amata sicuro!
Mi permetto uno slancio, lei,Dottor Ziliani,col suo vissuto,la sua carriera ed il suo modo di vivere la sua carriera,a mio modestissimo avviso rientra nella cerchia dei Grandi giornalisti sportivi che sono riusciti e riescono nel loro compito principale:raccontare in maniera critica la REALTÀ e di conseguenza EDUCARE chi la segue.
Lunga vita,e che miseri i suoi "detrattori a prescindere" solo perché la sua voce può risultare scomoda.
90° era un appuntamento immancabile per i personaggi che lo animavano parlando del "pallone" domenicale tra il serio e faceto senza mai trascendere verbalmente; altri tempi altri uomini/giornalisti di cui oggi se ne sente la mancanza.
Mamma mia quanti ricordi hai fatto riemergere caro Paolo...
In effetti erano protagonisti essi stessi della Domenica sportiva (ancora si giocavano tutte le partite alle 15 in questo giorno... sigh!) e non potevi immaginare il calcio senza 90° minuto.
Grazie per questa "lettura" diversa di una trasmissione "cult" a tutti gli effetti.
Negli anni novanta ero poco più di un bambino, ma mi ricordo perfettamente le domeniche pomeriggio passate con i miei amici nel bar del mio quartiere ad aspettare 90minuto.
Appena iniziava la sigla, (della mitica tromba) tutti, grandi e piccoli vedevano in religioso silenzio.
Hai parlato di un’era dove solo le voci degli inviati .. riportano a ricordi mai sopiti ma nascosti ai più. Un’era d’oro, dove la magia del calcio era trascorrere al bar in attesa dei collegamenti dai campi. Un altro secolo, un’altra era.
Come i giocatori e gli spettatori, erano giornalisti divertenti, appassionati e galantuomini. Torneranno quando il calcio italiano tornerà, ormai molto presto, ad ammettere non oltre 3 stranieri per squadra. Un abbraccio e grazie per il tuo bellissimo giornale online, Paolo.
Paolo Valenti era una persona estremamente cortese e disponibile. Aveva una casa in Nevegal (frazione di Belluno) dove passava le estati, e noi ragazzini andavamo a chiedergli di questo e di quello. Non ci ha mai fatto pesare la nostra curiosità
Sì, era davvero un uomo di una umanità, bontà e cortesia uniche. Era sorridente e accogliente.
Era un'epoca d'oro, dove il calcio veniva raccontato senza strilli ed urli, ma solo con il filtro degli inviati (che poi non erano inviati, ma lavoravano nelle varie sedi regionali) che si sforzavano di apparire neutrali nei loro commenti, ma si capiva benissimo che erano più che di parte. L'unico che rimase sempre neutrale fino in fondo fu proprio Paolo Valenti, che si scoprì solo dopo la sua morte essere un tifoso della Fiorentina.
Ho letto e mi sono commosso letteralmente, parla di parte della storia di chi ama il calcio,parla del nostro vissuto,e pure del perché continuiamo ad amare il calcio nonostante tutto.
Non conoscevo questa sua rubrica,l'avrei amata sicuro!
Mi permetto uno slancio, lei,Dottor Ziliani,col suo vissuto,la sua carriera ed il suo modo di vivere la sua carriera,a mio modestissimo avviso rientra nella cerchia dei Grandi giornalisti sportivi che sono riusciti e riescono nel loro compito principale:raccontare in maniera critica la REALTÀ e di conseguenza EDUCARE chi la segue.
Lunga vita,e che miseri i suoi "detrattori a prescindere" solo perché la sua voce può risultare scomoda.
Grazie.
Davvero? Non vedo l'ora di leggere!
Grazie, sarà un meraviglioso tuffo nella mia infanzia calcistica di cui conservo ricordi indelebili.